20 aprile 2024
Aggiornato 11:00
Mostra cinematografica di Venezia

Madonna: Mi identifico con Wallis Simpson. Ruggine colpisce al cuore

«Non è stata capita e non si è capita la scelta del re». Il film di Gaglianone applauditissimo dal pubblico veneziano

VENEZIA - Madonna ha subito una sorta di «identificazione» con Wallis Simpson, un personaggio che secondo la pop star, non è stato capito. La popstar che da regista ha firmato «WE» film fuori concorso alla 68esima Mostra del Cinema di Venezia che ripercorre proprio la vicenda tra la Simpson ed Edoardo VIII ha spiegato: «Mi identifico con Wallis Simpson perché comunque ai personaggi pubblici si attribuiscono sempre tante cose. Wallis Simpson non è stata capita come non è stato capito Edoardo VIII che ha abdicato. Si cerca di sminuire il ruolo della Simpson perché non si capisce la scelta del re».
Anche Madonna appena arrivata in Inghilterra, ormai dieci anni fa a fianco dell'ex marito Guy Ritchie, si era sentita un pesce fuor d'acqua. «Certo ci sono alcuni aspetti che mi hanno attratta inconsciamente al personaggio di Wallis Simpson - ha aggiunto la pop star - confesso che in alcuni momenti sentita una outsider quando sono arrivata in Inghilterra ora no perché ci vivo da dieci anni e mi sento molto bene in Inghilterra».

Madonna: «Il glamour non da la felicità» - Una storia d'amore non banale come l'amore non può essere mai, in cui la rappresentazione estetica di un lusso decadente può essere la cifra interpretativa. E la rilettura in chiave parallela e contemporanea può diventare un punto di partenza. Per quella che non è stata un favola. E' questa, in sintesi, l'interpretazione che Madonna ha dato della storia d'amore tra Wallis Simpson ed Edoardo VIII che per lei rinunciò al trono d'Inghilterra nel suol film «WE» presentato Fuori concorso alla 68esima Mostra del Cinema di Venezia.
Madonna è apparsa in piena forma: abito da collegiale nero e collettino bianco, capelli biondi sciolti sulle spalle e un piccolo crocefisso in pieno stile «material girl». La regista era accompagnata dal cast composto da Andrea Riseborough, Abbie Cornish, James D'Arcy, Oscar Isaac. A Madonna è stata offerta un'ortensia da un giovane fan.
Sono stata attratta dalla storia - ha spiegato la cantante e regista - perché volevo capire come mai Edoardo VIII avesse rinunciato al potere per una donna, appunto Wallis Simpson è questo che mi è attratto davvero».
Madonna, però, non rinuncerebbe al trono di pop star per un uomo «penso di poter avere entrambe le cose o anche tutte e tre», ha sottolineato con una battuta. Per scrivere la sceneggiatura che ha richiesto molte ricerche «ci sono voluti tre anni - ha proseguito - Poi ho messo insieme un cast fantastico e un team di produzione, sembra facile ma non lo è».
A fare da ponte tra l'epoca dell'amore tra la Simpson e l'erede al trono dì'Inghilterra è una vicenda parallela ambientata nella contemporaneità. «Il mondo di Edoardo e quello di Wallis era un universo di lusso - ha concluso Madonna - fatto di bellezza e decadenza e volevo rispecchiare questo mondo. Ecco perché anche la storia moderna è ambientata in un mondo glamour e decadente. Volevo sottolineare che nonostante la bellezza del proprio ambiente questo non può garantire la felicità».

Un lunghissimo applauso ha salutato la proiezione per il pubblico di «Ruggine» di Daniele Gaglianone presentato nelle Giornate degli autori alla 68esima Mostra del Cinema di Venezia. In sala era presente il regista e i protagonisti: Valeria Solarino, Stefano Accorsi, Filippo Timi, assente Valerio Mastrandrea.
Un film coraggioso «Ruggine», diretto da Daniele Guaglianone che porta sullo schermo il dramma della pedofilia. Straordinario Filippo Timi e paurosamente credibile nel ruolo del dottor Boldrini, il pediatra che violenta e uccide le bambine di un quartiere alveare della periferia di Torino, abitato soprattutto da meridionali. «Il male assoluto non si vince - ha sottolineato il regista - nei miei film ho parlato spesso della violenza e di come cambia le persone, dai partigiani ai bambini di Ruggine che incontrano la pedofilia cioè il male assoluto. Sconfiggono il drago ma dentro di loro non lo sconfiggono mai».
«Ruggine» e la malattia del ferro che corrompe ma è anche il luogo abbandonato, fatto di lamiere e di carcasse d'auto, che i bambini hanno eletto il castello dei loro giochi. E' lì in quelle vicinanze che il dottor Boldrini cattura le sue vittime, proprio come il drago del castello. Le adesca recitando un mantra, cantando ispirato arie d'opera come «Una furtiva lagrima», ipnotizzato dalle sue nefandezze, coi pantaloni abbassati, mentre ai suoi piedi giace una bambina insanguinata che ha appena violentato.
Valeria Solarino è una delle bambine scampate al mostro, il pediatra del quartiere. » Mentre giravamo, dovevo avere la sensazione di avere qualcuno dietro le spalle, Ruggine sono anche le cicatrici che non si cancellano mai. E la frase ricorrente che i bambini se lo diciamo ai grandi non ci crederanno mai». Filippo Timi è talmente emozionato e scosso nell'essersi visto nei panni del dottor Boldrini che balbetta. «Io non sono quello avete visto - tiene a precisare e un po' cerca di stemperare la tensione - che attore eccezionale sono!».

Carnage di Polanski, Winslet: «Unite con la Foster» - «Carnage» di Roman Polanski, film in concorso alla 68esima Mostra del Cinema di Venezia, ha uno sfondo pessimista e distruttivo. Racconta la storia di un litigio tra ragazzini che trasformerà i genitori in quattro individui pronti a massacrarsi. Il finale doveva essere senza speranza ma Roman Polanski d'accordo con Yasmine Reza, autrice del lavoro teatrale da cui è tratto il film, hanno deciso di cambiarlo dando uno «spiraglio di speranza alle giovani generazioni». Al festival è arrivato tutto il cast: Kate Winslet, Christopher Waltz e John C. Reilly, mancava però Jodie Foster.
«Il film - ha sottolineato Reza - è preso da una pièce teatrale che si concludeva senza speranza, con Polaski abbiamo pensato a fine più ottimista, il regista ha voluto non fare finire il film drammaticamente per dare una speranza alle giovani generazioni».
«Carnage» è un fitto dialogo di oltre 70 minuti racchiuso in un appartamento dove la borghesia delle buone maniere viene messo a nudo in tutta la sua ipocrisia crudele. Jodie Foster è un'attivista politically correct che si rivelerà tutt'altro che corretta, Kate Winslet è una broker finanziaria che trascura il figlio per il lavoro. Alla fine dopo la cortesia le due coppie finiranno per massacrarsi.
Per Kate Winslet è stato facile calarsi nei panni di una madre ansiosa, una broker che trascura il figlio: «Sono una madre e capisco la politica del giardino d'infanzia e delle scuole e ne capisco la complessità. Quando Polanski mi ha chiesto di fare parte di questo progetto ho amato subito la sceneggiatura, ho visto la piece a New York e mi sento fortunata di avere preso parte del film».
D'accordo anche Reilly: «Quando Roman Polanski ti chiama si può dire solo sì. Si è a tre metri dal suolo e si vola. Questa è stata una storia preziosa e un lavoro molto intenso di sei settimane chiusi in un appartamento».
La sintonia e la simbiosi hanno caratterizzato il lavoro degli attori ha aggiunto Kate Winslet:» Con Jodie Foster che oggi non c'è e ci manca molto, abbiamo capito fin dall'inizio che lavoravamo con un grande cineasta e avevamo un po' paura ma questo ha cementato la nostra unione. Abbiamo condiviso molto il lavoro siamo stati un bel gruppo di lavoro fatto da amici. Polanski ha detto di non avere mai incontrato un gruppo di attori che non fossero in competizione tra loro».

Domani il film sulla psicoanalisi di Cronenberg - Giornata tutta «freudiana» domani alla 68esima Mostra del Cinema di Venezia. Il sipario si alza su «A dangerous Method», film in concorso di David Cronenberg che analizza le relazioni umane e mette sul lettino dell'analista Sigmund Freud e Gustav Jung.
Il film è ambientato alla vigilia della prima guerra mondiale, e Zurigo e Vienna fanno da sfondo a una complicata storia di scoperte intellettuali e sessuali. Basato su eventi reali, racconta le relazioni burrascose tra Carl Jung, psichiatra alle prime armi, il suo maestro Sigmund Freud e Sabina Spielrein, la bella giovane paziente che si frappone tra i due. Nel triangolo si inserisce anche il paziente Otto Gross. Nel cast ci sono Keira Knightley nel ruolo della Spilerein, Viggo Mortensen, Michael Fassbender e Vincent Cassel.
In concorso anche il cinema francese di Philippe Garrel con «Un été brulant», che regalerà un brivido erotico con il nudo integrale di Monica Bellucci, affiancata da un altrettanto affascinante Louis Garrel. Inoltre sarà proiettata «Mildred Pierce», miniserie della HBO diretta da Todd Haynes e in omaggio al regista in giuria, in cui figura un cast d'eccezione: Kate Winslet, Guy Pearce, Evan Rachel Wood, Melissa Leo. Il telefilm in cinque puntate riporta in vita il personaggio del romanzo di James M. Cain e propone il ritratto intimo di una donna insolitamente indipendente che si trova a vivere, appena divorziata, negli anni della Grande Depressione.