3 ottobre 2025
Aggiornato 10:30
Intervista alla «Stampa»

Tornatore: «Baarìa piace a Premier, ma è di sinistra»

«E' un messaggio per rioccuparsi di politica in modo semplice»

VENEZIA - «Non sapevo che il premier Berlusconi facesse il critico, ma non ne sono sorpreso, in una personalità complessa come la sua può esserci spazio anche per questo mestiere. Mi fa piacere verificare che anche chi la pensa diversamente da me in politica, possa amare il mio film». In Baarìa, infatti, il protagonista è un militante comunista che in una scena spiega al figlio il riformismo: «una definizione cinematografica, ma spero sia utile per promuovere una riflessione più ampia sul ruolo della sinistra».

Intervistato dalla Stampa il regista Giuseppe Tornatore spiega il senso della sua ultima opera, il primo film italiano in gara alla Mostra del cinema di Venezia.
Baarìa ha anche un risvolto politico con un messaggio alla sinistra italiana: «Talvolta - spiega il regista - cercare di ottenere tutto e subito in modo drastico e anche eccessivo non porta a niente. Il buon senso e la prospettiva di obiettivi a lungo termine possono essere più utili, specie oggi, in un tempo in cui bisogna ritrovare un modo semplice e giusto di occuparsi di politica». Tornando a Berlusconi «è anche vero che io non l`ho mai incontrato e non ho mai parlato con lui: se fosse davvero un produttore avrebbe espresso il suo parere tra un pò di tempo, forse è stato intempestivo».

«Il film non è solo sulla Sicilia, a Baarìa si sente forte l`eco di quello che accade altrove, molto più lontano. Per me è l`allegoria del luogo in cui sono nato, ho sempre pensato che la provincia sia importante perché aiuta a capire meglio il rapporto tra il bene e il male, tra l`essere e l`apparire. Quanto alla sicilianità, Leonardo Sciascia diceva che 'si è siciliani con difficoltà'. Il mio modo di essere nato in Sicilia è questo - conclude Tornatore - grande amore, ma anche grande inquietudine».