28 marzo 2024
Aggiornato 20:00
Impegnata in questi giorni al Festival di Venezia

Medusa inizia alla grande il nuovo anno cinematografico: «Doomsday» e «Animanera»

Due opere (in uscita oggi in sala) distanti mille miglia tra loro, ma capaci di sintetizzare in pieno la politica editoriale del gruppo cinematografico leader in Italia

Un inizio d'anno davvero esaltante per Medusa, impegnata in questi giorni al Festival di Venezia con la presentazione di quattro opere fra le più attese dell'anno.
La cerimonia d'apertura è stata affidata a «Burn After Reading» dei fratelli Coen che si è guadagnato pagine e pagine di lodi sui giornali nazionali.
Una spy commedy acida e graffiante come poche altre viste di recente, un duetto d'attori da capogiro (Brad Pitt e George Clooney) e una mina vagante (John Malkovich) da applausi.
Attendendo il gran giorno del Guillermo Arriaga di «The Burning Plan» (attenzione al duetto scintillante fra Kim Basinger e Charlize Theron), non possiamo non segnalarvi i due film che aprono ufficialmente il nuovo anno cinematografico di Medusa.
Due opere (in uscita oggi in sala) distanti mille miglia tra loro, ma capaci di sintetizzare in pieno la politica editoriale del gruppo cinematografico leader in Italia.

Si parte con «Animanera», dolorosa e avvincente ricognizione nell'assurdo inferno della pedofilia, un j'accuse intonato con ferma indignazione da Raffaele Verzillo, qui alla sua opera prima per il cinema.
Un film difficile, un argomento tabù per tanti, troppi anni, ma l'impresa è riuscita. «Animanera» riesce ad essere una lancinante e affilata accusatoria, ma anche un luogo di meditazione, un'oasi filmica in cui fermarsi a riflettere e a capire.
Lontano da sensazionalismi d'accatto, Verzillo ha il coraggio di affrontare di petto la situazione. E di dare alle cose il loro maledetto nome, senza scoraggiarsi o indietreggiare di fronte a nulla.
Può permetterselo. Il suo sguardo è autenticamente morale. Il cast lo aiuta in pieno.
Basti ricordare soltanto Antonio Riello (suo il difficile ruolo del maniaco) e un sempre grande Luca Ward nella parte dell'indignato commissario di polizia.
Un film di cui il nostro cinema aveva bisogno…

Saltando dall'altra parte del mondo, arriviamo a una delle chicche che Medusa ha messo in serbo per tutti gli amanti dell'horror e del buon cinema. Il nome di Neil Marshall non è più una sorpresa per nessuno. Autore di due cult movie che hanno fatto storia come «Dog Soldiers» e «The Descent», il regista scozzese si è superato. E ha deciso di omaggiare tutti i suoi fan sparsi per il mondo con un film che manderà in brodo di giuggiole ogni appassionato.
Il titolo è «Doomsday» e racconta di un terribile virus che distrugge quasi tutta la Scozia. Per i sopravvissuti si tratterà di ingaggiare una lotta contro tutto e tutti pur di portare a casa la pelle.
Impossibile da raccontare, «Doomsday» non è soltanto un mix perfetto di atmosfere post-apocalittiche e di rimandi ad un preciso cinema di genere («Mad Max» su tutti), ma un'esperienza sensoriale che frastorna e cattura dalle prime sequenze.
Se pensate che il cinema dedicato alla 'fine del mondo' abbia ormai sparato tutte le cartucce, vi sbagliate di grosso. «Doomsday» vi farà saltare ogni schema.
Impossibile non ricordare fra gli interpreti un Bob Hoskins da pelle d'oca e un'affascinante Rhona Mitra, vista di recente accanto a Jim Carrey in «Number 23».

Insomma, due bei modi per accompagnarvi nella nuova stagione di cinema. E augurarvi buon divertimento!