2 maggio 2024
Aggiornato 11:30
Caso Pasquaretta

Polemica in Consiglio sul «Caso Pasquaretta», Appendino difende il suo portavoce 

«In primo luogo» ha esordito Appendino durante il Consiglio Comunale «affermo la correttezza della procedura utilizzata».

TORINO - Continua a far discutere la consulenza fatta lo scorso anno dal portavoce della sindaca Chiara Appendino, Luca Pasquaretta, in occasione del Salone Internazionale del Libro di Torino. Dopo il blitz dei carabinieri a Palazzo Civico, la questione è stata affrontata in consiglio Comunale. Come prevedibile, non sono mancate le polemiche. In prima linea a chiarire la situazione c'è stata proprio lei, Appendino. Il capogruppo dei Moderati, Silvio Magliano, non ha mancato di sottolineare come la sindaca si sia premurata di dare comunicazioni per tutelare il responsabile dell’Ufficio stampa della Giunta, «mentre non c’è mai stata per questioni più rilevanti».

APPENDINO - «In primo luogo» ha esordito Appendino, «affermo la correttezza della procedura utilizzata». Stando a quanto riportato in aula dalla stessa sindaca infatti «la legge stabilisce che l’affidamento a un dipendente pubblico di un incarico retribuito (da parte di soggetti sia pubblici che privati) deve essere obbligatoriamente autorizzata dall’amministrazione di appartenenza, una volta verificata l’insussistenza di conflitti d’interesse anche potenziale, a pena di nullità. L’autorizzazione può essere richiesta sia dal soggetto che vuole affidare l’incarico, sia dal dipendente interessato. Il 12 maggio 2017, il signor Luca Pasquaretta aveva inoltrato al Servizio Giunta la richiesta di autorizzazione per lo svolgimento di attività ultronea presso la Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura, finalizzata ad assistere per le sue incombenze istituzionali il presidente della Fondazione a ridosso dell’edizione 2017 del Salone del Libro». La richiesta dunque pare esserci stata. «L’attività di supporto alla Presidenza» prosegue Appendino, «è consistita nell’adoperarsi come tramite tra la stessa Presidenza e le Istituzioni e per fornire consulenza, con esclusione delle attività di comunicazione, delegate dalla fondazione al proprio addetto stampa. Luca Pasquaretta dichiarava di prevedere un emolumento di euro 5.000 per un impegno pari a 80 ore max e che l’attività si sarebbe svolta al di fuori dell’orario di servizio. Verificata l’insussistenza di incompatibilità con l’attività lavorative presso la Città e di conflitto d’interesse, l’attività ultronea veniva autorizzata dal servizio Giunta. Per quanto riguarda la tipologia dell’orario svolto dai dipendenti inquadrati come collaboratori di staff, è regolata dal Contratto collettivo nazionale di lavoro degli Enti Locali, che prevede l’assicurazione della propria presenza quotidiana in servizio per 36 ore strutturate in modo flessibile per assolvere alle esigenze dell’incarico assegnatogl

PASQUARETTA - «Non è vero che Pasquaretta sia stato l’unica persona a essere pagata dalla Fondazione» ha inoltre precisato Appendino, «sono stati pagati altri interventi, in un momento in cui non si sapeva cosa sarebbe poi accaduto, non si era cioè in regime di liquidazione, il quale blocca sostanzialmente i pagamenti se non come previsto dal liquidatore». E' il capogruppo del PD, Stefano Lorusso a sottolineare come «molte persone stiano lavorando, non pagate, per far partire il Salone mentre, mentre si pagano consulenze», annunciando un approfondimento in Commissione Controllo di Gestione e una futura interpellanza sul tema. Dello stesso parere anche il consigliere Osvaldo Napoli (Forza Italia), che ha bollato come 'errore grave' il pagamento di una consulenza a fronte di tanti altri conti lasciati inevasi. «Vorrei segnalare la disparità di trattamento tra il lavoro prestato e l’avvenuta liquidazione rispetto a quanto accade agli altri lavoratori e fornitori della Fondazione» ha detto la consigliera Eleonora Artesio, «avrei voluto sentire intervenire l’Amministrazione sull’inopportunità di questa disparità di trattamento». La sindaca ha infine precisato di stare lavorando insieme al presidente della Regione per poter garantire gli interessi dei creditori della Fondazione del Libro e tutelare i diritti dei lavoratori e anche per poter dare garanzie rispetto al Salone del Libro.