Torino, nasce l’interpellanza del cittadino: come funziona il nuovo strumento di partecipazione
Ogni cittadino può presentare un massimo di 4 interpellanze all’anno: la risposta verrà data in Sala Rossa
TORINO - Se qualcuno volesse rivolgere una domanda a Chiara Appendino o alla Giunta sull’operato della città, da oggi può farlo: nasce l’interpellanza del cittadino, un nuovo strumento a disposizione dei torinesi titolari dei diritti di partecipazione. Ad approvare la delibera che introduce l’articolo 11bis al regolamento 297, è stato il Consiglio comunale.
INTERPELLANZA DEL CITTADINO: COME FUNZIONA - Come funziona l’interpellanza del cittadino? L’articolo prevede che i cittadini (e residenti) che abbiano compiuto 16 anni, abbiano la facoltà di rivolgere al sindaco e alla Giunta interpellanze per conoscere le motivazioni delle azioni della Città o i suoi intendimenti su questioni di interesse generale, o le posizioni della medesima su argomenti di rilievo cittadino. Le richieste vanno presentate in forma rigorosamente scritta, con una sola domanda, e poi inviate via posta certificata alla presidenza del Consiglio comunale. Chi non disponesse del servizio di posta elettronica, può consegnarle direttamente all’Ufficio Relazioni con il Pubblico del Comune di Torino. Ogni cittadino può presentare al massimo quattro interpellanze all’anno, poi quest’ultime verranno esaminate e approvate (o meno) dall’ufficio di presidenza del Consiglio comunale. Una volta al mese la risposta è fornita in Sala Rossa, prima dell’inizio dei lavori del Consiglio comunale, da parte del sindaco o dall’assessore competente. Alla discussione è dedicato un tempo massimo di dieci minuti e le relative risposte saranno pubblicate sul sito istituzionale dell’Ente.
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