«Scriverò al Papa», la promessa dell'arcivescovo di Torino ai lavoratori dell'Embraco
Presenti al presidio, sotto una pioggia battente, gli assessori al Lavoro della Regione Piemonte Gianna Pentenero e del Comune Alberto Sacco
RIVA DI CHIERI - «Scriverò al Papa» lo ha promesso l'arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, ai lavoratori della ditta Embraco di Riva di Chieri (TO), dove si è recato questa mattina, martedì 9 gennaio per portare la vicinanza della Chiesa torinese. Presenti al presidio, sotto una pioggia battente, gli assessori al Lavoro della Regione Piemonte Gianna Pentenero e del Comune Alberto Sacco. L'arcivescovo è stato ricevuto da una una delegazione di lavoratori e dai delegati sindacali dell'azienda.
EMBRACO - «Chi pensa di risanare l'azienda licenziando i lavoratori è come se vendesse la sua gente. Non c'e democrazia, giustizia,equità e solidarietà senza lavoro. È una questione sociale da risolvere», ha detto Nosiglia che ha raccontato la sua esperienza di figlio di operaio della Piaggio di Pontedera, licenziato negli anni '60. Intanto l'azienda ha prolungato fino al 12 gennaio la chiusura collettiva utilizzando ferie e permessi, ma i sindacati temono possa scattare la mobilità. I 537 lavoratori nel frattempo continuano a presidiare la fabbrica.
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