Fassino si difende dagli attacchi di Appendino: «Le uniche bugie arrivano da lei»
La risposta di Piero Fassino gli attacchi che gli sono stati rivolti questa mattina dalla prima cittadina Chiara Appendino i merito allo squilibrio finanziario della città di Torino
TORINO - Non tarda ad arrivare la risposta dell'ex sindaco di Torino, Piero Fassino, agli attacchi che gli sono stati rivolti questa mattina dalla prima cittadina Chiara Appendino: «Le uniche bugie che i torinesi sono costretti ad ascoltare arrivano ancora una volta dalla Sindaca Appendino», attacca Fassino, «Pensavo che in un anno e mezzo di mandato avesse capito quanto faticoso sia guidare una città e che complessi problemi finanziari non si risolvono con la demagogia. Prendo atto invece che la Sindaca a ogni difficoltà, anziché assumersi le proprie responsabilità, preferisce attaccare me e i miei predecessori con accuse false».
FASSINO - L'amministrazione Appendino si trova a dover fronteggiare un grave squilibrio finanziario accertato dalla Corte dei Conti, relativo al Rendiconto del 2015, impegnandosi a recuperare 80 milioni di euro entro il 2021. Di chi è la colpa di questa situazione? Appendino non ha dubbi: «La responsabilità è di chi ha governato la città in questi anni. Fassino? Non ha detto la verità, questa è la sua responsabilità». Fassino dal canto suo smentisce con fermezza: «Ricordo alla smemorata Sindaca che nel 2011, appena eletto, non esitai a non adempiere alle disposizioni imposte dal Patto di stabilità proprio a causa della condizione finanziaria critica della città. E basta andarsi a rileggere i resoconti dei numerosi Consigli comunali dedicati al bilancio, cosi come le ripetute dichiarazioni e interviste mie e dell’assessore Passoni per constatare che abbiamo sempre dato conto in modo trasparente della situazione finanziaria di Torino».
DEBITO - Stando a quanto dichiarato dalla sindaca il debito nelle mani dell'amministrazione Fassino non sarebbe affatto stato ridotto: «Passa da 2,9 miliardi a 3,4 miliardi e questo a causa dell’utilizzo di anticipazioni di tesoriera per 500 milioni di euro. Abbiamo lavorato un anno e mezzo per ricostruire la verità». Ma Fassino non ci sta e ribatte: «Abbia messo in campo una strategia di risanamento, non sottraendoci a prendere tutte le misure straordinarie necessarie. D’altra parte, se così non fosse stato, non avrei avuto ragione di far approvare dal Consiglio comunale un piano di dismissioni di società partecipate per 255 milioni e immobiliari 150 milioni. I risultati di un quinquennio di impegno per il risanamento dei conti sono inoppugnabili: l’indebitamento è passato da 3,3 a 2,8 miliardi, l’esposizione verso le società partecipate da 380 a 130 milioni, i derivati da 1,2 a 0,6 milioni e i dipendenti comunali da 11 mila a 10 mila con evidente contenimento del costo per personale».
SCONTRO - Dove sta dunque la verità? «Sono tutti dati pubblici e certificati dai revisori e controllati dalla Corte dei Conti» prosegue Fassino che conclude attaccando personalmente Appendino e il suo percorso di studi: «Sorprende che chi vanta spesso una laurea alla Bocconi non distingua il debito per investimenti da quello per spesa corrente. Sono gli investimenti e non la spesa corrente ad aver generato un alto indebitamento della città di Torino, investimenti grazie ai quali la città, colpita da una crisi industriale durissima, ha evitato un inarrestabile declino e anzi si è rilanciata con risultati unanimemente riconosciuti e apprezzati» e conclude, «Delle due l’una: o la Sindaca e’ in malafede e allora si crogioli pure nelle sue bugie; oppure non sa e allora un ritorno sui banchi della Bocconi sarebbe opportuno».
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