GruVillage 2017, dal 19 giugno si parte: tanti investimenti per portare sul palco grandi nomi
Ad aprire la dodicesima edizione saliranno sul palco Fedez e J-Ax. Dopo di loro tanti grandi artisti come Alvaro Soler, Nek, Fiorella Mannoia, Benji e Fede, ma anche Parov Stelar (famoso per lo spot della Tim), i Bastille e il vincitore di Sanremo Gabbani
TORINO - Passano gli anni, ormai sono dodici, ma l’entusiasmo e la voglia di far divertire il pubblico non passano mai, anzi sembra che quest’anno il Gru Village abbia fatto un ulteriore passo in avanti. Il tutto senza badare a spese ma con investimenti che hanno avuto lo scopo in primis di portare alla corte del centro commerciale e dei suoi clienti il meglio della musica italiana e internazionale. Il concerto di apertura, il 19 giugno, ne è un esempio lampante: J-Ax e Fedez stanno facendo sold out in tutti i concerti e non a caso sono la coppia più ambita dagli organizzatori di eventi. Nonostante a Le Gru si occupino in primis di altro (è un centro commerciale ricordiamo), sono riusciti a strapparli alla concorrenza. D’altronde per la kermesse giudicata tra le cinque migliori nel panorama italiano l’attesa è tantissima e quest’anno non è stata assolutamente delusa: tra i nomi di primo piano ci sono il vincitore del Festival di Sanremo Francesco Gabbani, gli idoli delle teenager Benji e Fede, i sempre verdi Fiorella Mannoia e Nek, il gruppo pop-rok Bastille che sul palco del Gru Village faranno la loro unica data italiana, così come Parov Stelar, diventato famoso per la canzone dello spot della Tim. Da segnalare ancora, come ha fatto il direttore del centro commerciale Davide Rossi, i Queen at the Opera che saranno protagonisti di una serata molto particolare caratterizzata da cover dei Queen ma fatte con un rock sinfonico unico nel suo genere. «Ogni anno sperimentiamo qualcosa di particolare», ha detto Rossi, «quest’anno i Queen at the Opera faranno qualcosa di davvero particolare. Da non perdere». Gli altri nomi: Alvaro Soler, Jess Glynne, Chick Corea and Bela Fleck, Clean Bandit, a cui si aggiunge la serata finale in cui si balla la Taranta.
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La grande festa conclusiva
Per la prima volta il Gru Village si chiuderà con una festa gratuita che comincerà già nel pomeriggio del 29 luglio. Il «free cosina party» prederà il via dalle 18: si ballerà e canterà in una festa ispirata alla Taranta e alla musica popolare con diversi artisti che si esibiranno sul palco. Non mancheranno sorprese, per rendere veramente speciale l’ultimo appuntamento del 2017.
«Siamo da dodici anni in rosso. Tutto per i clienti»
La curiosità di sapere quanto è costato il festival è parecchia. Ma l’unica risposta che l’organizzazione ha dato è «tanto». A spiegare il tutto ci ha pensato il direttore Rossi: «Non ha importanza quanto è costato. Noi di mestiere facciamo un’altra cosa, non facciamo il Gru Village per guadagnare, ma per ringraziare i clienti che scelgono di vivere il centro commerciale dodici mesi all’anno. Sicuramente è un festival molto costoso e da dodici anni chiudiamo il bilancio in rosso, ma questo non ci ferma». Renato De Carli, presidente dei commercianti della centro commerciale, ha aggiunto: «Concordo con il direttore: il nostro core business non è certo il Gru Village e ogni anno ci rimettiamo centinaia di migliaia di euro. Ma l’importante sono i clienti. Facciamo tutti questo sforzi per loro». E di sforzi per organizzare le quattro settimane di Gru Village ne sono stati fatti tanti: «E’ come una macchina che ci trascina. Dal mese di agosto solitamente iniziamo a lavorare per il festival dell’estate successiva. Il periodo in cui ci sono i concerti è forse il più tranquillo per noi».
Sì alla sicurezza, soprattutto se «invisibile»
I fatti di Manchester, ma anche gli attentati precedenti, non possono che far pensare alla questione della sicurezza come a qualcosa di fondamentale. L’arena de Le Gru può ospitare fino a 5.000 persone, numero che probabilmente sarà toccato in tutti i concerti di giugno e luglio. «La sicurezza è importante e ce ne sarà tanta, ma non possiamo darla vinta ai terroristi. Quindi le forze dell’ordine e i controlli ci saranno, ma saranno in borghese o comunque in modo tale da non allarmare tutti». Una scelta comprensibile che un anno fa è funzionata alla perfezione.