20 aprile 2024
Aggiornato 01:30
Cronaca

Appendino fa dietrofront: «sì» all’utilizzo degli oneri di urbanizzazione per chiudere il bilancio 2017

Meno di tre mesi fa i 5 Stelle avevano votato una mozione che vincolava l’amministrazione a non utilizzare quel tipo di entrate per finanziare le spese correnti. La sindaca l’ha annullata con urgenza. Insorge il Partito Democratico

TORINO - Dietrofront. Chiara Appendino guida il repentino e inaspettato cambio di rotta del Consiglio comunale sugli oneri d’urbanizzazione: via libera dunque ai supermercati, centri commerciali e alle grandi costruzioni per coprire un buco di bilancio sempre più difficile da gestire. E’ durata solo tre mesi l’efficacia della mozione 91/2016, quella con cui la maggioranza pentastellata impegnava sindaca e Giunta a non utilizzare più questo tipo di entrate per finanziare la spesa corrente. Una mossa controversa, che ha subito suscitato l’ira della minoranza, soprattutto del Partito Democratico e di molti elettori ai quali era stato promesso di non toccare più quei fondi.

«Nel 2017 non toccheremo gli oneri», poi il dietro front
Dal 28 novembre 2016 a oggi, qualcosa deve essere cambiato. Erano stati gli stessi consiglieri del Movimento 5 Stelle ad auto vincolarsi. Tre mesi fa, i firmatari della mozione, avevano parlato di una scelta «non corretta ma inevitabile, stante la situazione del bilancio ereditata dall’amministrazione Fassino». Chiuso il bilancio del 2016 però, gli oneri di urbanizzazione non avrebbero dovuto più essere toccati. Ma i conti, si sa, in qualche modo devono pur quadrare. Ecco perché Chiara Appendino, con una delibera, ha chiesto di annullare con urgenza la mozione e di poter così utilizzare i proventi delle concessioni edilizie. Un cambio di rotta che ricorda molto quanto già accaduto con gli utili di Smat ma che stupisce per modalità e soprattutto tempistica. La motivazione questa volta non regge, in quanto le difficoltà relative al bilancio 2017 sono difficilmente imputabili all'amministrazione Fassino.

Bertola senza parole, Lo Russo attacca Appendino
Una mossa lecita, sia ben chiaro, ma non troppo digerita dalla base del Movimento 5 Stelle: gli elettori ai quali era stato promesso l’opposto. Il più polemico è l’ex candidato sindaco del Movimento 5 Stelle a Torino, Vittorio Bertola: «Appendino & C. ne stanno facendo una ancora più grave: stanno decidendo di usare gli oneri di urbanizzazione per coprire la spesa corrente, preparandosi ad autorizzare anche nel 2017 nuove cementificazioni per tenere in piedi il bilancio». Quello che non torna, secondo Bertola, è che la battaglia anti utilizzo degli oneri d’urbanizzazione, è sempre stata uno dei cavalli di battaglia del Movimento 5 Stelle torinese, in prima linea nel criticare Piero Fassino e le sue scelte in tal senso: «Nel 2016 siamo vincolati perché il bilancio l'ha fatto Fassino, ma nel 2017 vedrete… E già che ci siamo, spunta un nuovo supermercato da 2,7 milioni di euro di incasso, in corso Francia al confine con Collegno. Ma io non so più cosa dire…». Durissimo sul tema Stefano Lo Russo, capogruppo del Partito Democratico, che non si spiega la delibera approvata dalla sindaca: «Il 28 novembre scorso, meno di 60 giorni fa, definimmo in Consiglio Comunale «una porcata politica» la scelta di Appendino di usare i soldi dell’urbanistica per la spesa corrente invece che per gli investimenti. I grillini, con arroganza e saccenza, ci avevano spiegato, votando una mozione, che sarebbe stata la prima e ultima volta. Bene, oggi con un colpo di teatro, la Sindaca si rimangia tutto e spedisce nel prossimo Consiglio Comunale una sua delibera che chiede di farlo anche per il 2017. Una porcata al quadrato».

Il centro commerciale porterà 2,7 milioni nelle casse comunali.
A proposito del centro commerciale: sorgerà tra Torino e Collegno. L’area, che si estenderà per una superficie di 2500 metri quadrati, è stata acquistata da una società romana e prevede appunto un supermercato e un complesso residenziale: un’opera di un certo livello, capace di portare 2,7 milioni di euro nelle casse comunali. Per vedere più chiaro in questa situazione nebulosa bisognerà aspettare il 7 marzo, quando Appendino spiegherà al Consiglio comunali le ragioni di questa scelta.