Come cambia la difesa del Milan col rientro di Caldara
Il calvario del difensore rossonero sta per terminare e Pioli ha una risorsa importante in un organico ancora da plasmare

MILANO - Nel momento di maggior incertezza e di grande confusione, il Milan intravede un raggio di sole in mezzo ai fitti banchi di nebbia. L’esonero di Giampaolo, il mancato arrivo di Spalletti, la scelta di Pioli e l’ira dei tifosi: l’ottobre milanista non si sta facendo mancare nulla e l’umore del popolo rossonero è effettivamente degli stessi colori della squadra del loro cuore, rosso di rabbia e nero di delusione. Da cosa e come ripartire? Il trio dirigenziale Boban-Maldini-Massara ha provato a metterci una pezza col cambio dell’allenatore, poi a gennaio penserà anche a potenziare l’organico ora affidato a Pioli, ma fino ad allora il tecnico emiliano dovrà accontentarsi di ciò che passa il convento di Milanello, provando a sfruttare il materiale umano a disposizione nel miglior modo possibile.
Rientro
Il raggio di sole sopra citato ha un nome ed un cognome, Mattia Caldara. Il difensore sembra infatti ormai alla fine del suo tremendo calvario fisico, iniziato più di un anno fa e proseguito in un 2019 che l’ex atalantino vuol mettersi alle spalle il prima possibile dopo i guai alla schiena e al ginocchio che gli hanno fatto saltare una stagione intera; Caldara lo scorso anno ha giocato appena 2 partite, una in Europa in casa dei lussemburghesi del Dudelange a settembre, l’altra in Coppa Italia a San Siro contro la Lazio subito dopo Pasqua. Un’assenza pesantissima per il Milan che sul giovane difensore aveva puntato e punta ancora tantissimo per formare assieme ad Alessio Romagnoli una delle coppie migliori della serie A, oltre che, potenzialmente, anche quella della Nazionale nei prossimi anni.
Obiettivi
Caldara si sta mettendo finalmente alle spalle gli infortuni, è tornato ad allenarsi in gruppo coi compagni, ha giocato con la Primavera e punta ora a riprendersi sul campo ciò che il destino gli ha tolto, ritardando il suo percorso di maturazione e crescita dopo la super stagione all’Atalanta, condita anche con 10 reti stagionali. Occhio però ai facili entusiasmi: un anno di inattività può pesare enormemente in un calciatore che deve recuperare in pieno l’efficienza fisica, superare la paura di farsi ancora male e riprendere condizione fisica e ritmo partita, tutti processi che non potranno avvenire in un batter di ciglio, ma ci vorranno settimane, probabilmente mesi. L’annata in corso potrebbe così essere di rodaggio per il difensore del Milan che sarà certamente impiegato da Pioli in diverse occasioni, ma che non potrà ovviamente essere un calciatore in piena forma.
Tattica
Ci vorrà tempo, naturalmente, tempo e pazienza, anche perché Caldara coi rossoneri non ha praticamente mai giocato e si ritrova indietro anche dal punto di vista tattico, nonostante le sue qualità tecniche siano palesemente migliori rispetto a quelle di Musacchio e Duarte, ad oggi avanti nelle gerarchie di Pioli rispetto all’ex juventino. Ma quando Mattia Caldara tornerà ad avere condizione e padronanza di sé stesso, nel fisico e nella posizione in campo, con tutta probabilità strapperà il posto accanto a Romagnoli, formando una coppia che Pioli apprezzerà particolarmente visto il suo modo di concepire la difesa, attento e preciso nei centrali. Se Caldara sarà lo stesso di Bergamo, il Milan potrà allora dire di aver ricostruito una retroguardia potenzialmente da classifica importante, un altro passo verso la difficile e complicata ricostruzione di un club ancora in apnea.