18 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Calcio

Galliani tace, ma nel caos del Milan il vero vincitore è lui

L’attuale amministratore delegato rossonero si cela dietro un silenzio istituzionale, ma è pronto a rimanere il deus ex machina del club

Adriano Galliani, amministratore delegato del Milan
Adriano Galliani, amministratore delegato del Milan Foto: ANSA

MILANO - Mentre i tifosi del Milan sono disarmati di fronte all’ennesimo rinvio della chiusura della trattativa per la cessione della società, c’è chi nell’ambiente rossonero sotto sotto gongola e si frega le mani. Il protagonista è ovviamente Adriano Galliani, da mesi con un piede fuori dal Milan, pronto ad essere rimpiazzato da Marco Fassone, ed ancora aggrappato invece alle sottane rossonere di una società vecchia ed ammuffita che tanto (tantissimo) ha dato al calcio, ma che ormai è impotente di fronte al progresso del calcio moderno, agli investimenti che gli altri club fanno e lei no. Galliani sa da tempo che il suo percorso al Milan è terminato, da tempo si limita ad analizzare solo le partite della formazione di Montella, eppure è tuttora lui il tuttofare della società: è lui a far firmare i contratti, è lui a parlare con altre squadre e procuratori, ed è sempre lui ad operare sul mercato, seppur da anni ormai lavori fra parametri zero, scambi col Genoa di Preziosi, prestiti ed altri funambolismi che a tutto portano tranne che a vincere. Ora non parla, trincerato dietro ai soliti «no comment», ma anche il suono del suo silenzio può far molto rumore.

Aria vecchia

La cessione del Milan, promessa e giurata da Berlusconi e dai pretendenti all’acquisto, non prevede alcun incarico per Adriano Galliani, men che meno quello attuale di amministratore delegato, già assegnato a Marco Fassone, uomo che dallo scorso autunno ha pieni poteri nella dirigenza rossonera ma che lavora nell’ombra assieme al futuro direttore sportivo Mirabelli, in attesa che Galliani venga ufficialmente congedato. Ma finchè la cessione non è ratificata, Fassone resta un dipendente indipendente, mentre Galliani, pur in mezzo a tutte le difficoltà di un Milan senza soldi, rimane al timone, incurante delle critiche, incurante degli anni che passano, incurante del suo scadente operato nelle ultime campagne acquisti, incurante della presenza dell’ex dirigente interista, presenza che dovrebbe apparire ingombrante e che per Galliani è invece pressoché invisibile. Altro che aria nuova, le finestre di Casa Milan sono state richiuse e l’aria viziata è pregnante ed avvolgente; cariche e ruoli congelati, tutto ancora come prima e chissà per quanto, perché non è detto ancora che i cinesi versino la terza caparra entro il 10 marzo e non è detto che, pur in questo caso, Berlusconi accetti un altro rinvio fra un mese, tenendosi il Milan come ha promesso (o minacciato, a seconda dei casi) e lasciando tutto com’è da 31 anni, con Adriano Galliani a gestire in pompa magna i fili della società. E’ proprio il dirigente brianzolo il reale vincitore di una vicenda sempre più paradossale.