Lapadula si è preso il Milan, e non solo
La settimana dell'attaccante rossonero è stata da incorniciare col primo gol in serie A e la convocazione in nazionale, ma anche gli attestati di stima dell'intero ambiente milanista
MILANO - Una settimana da Dio, recitava il titolo di un famoso film statunitense di successo. Il protagonista era il celebre Jim Carrey ed oggi, a 14 anni di distanza dall'uscita della fortunata pellicola, a Milanello va in onda una sorta di riedizione con interprete principale Gianluca Lapadula, centravanti del Milan, che in pochi giorni ha toccato il cielo con un dito dopo qualche settimana di dubbi, incertezze e, chissà, forse qualche ripensamento. Già, perchè fino a venerdì l'ex attaccante del Pescara sembrava avanzare lentamente su un campo minato: il suo vecchio presidente Sebastiani, ad esempio, aveva affermato che per Lapadula scegliere il Milan era stato uno sbaglio e che il calciatore avrebbe fatto meglio a passare al Napoli. Poi c'era Bacca, l'inamovibile centravanti milanista dal pedigree internazionale e dal posto fisso in squadra nonostante quattro gare senza strusciare palla manco per sbaglio.
Tacco magico
Poi ecco i tre minuti che cambiano la vita di un ragazzo di 26 anni approdato alla serie A tardi ma con tutta la voglia di restarci a lungo recuperando il tempo perduto: Lapadula entra a poco più di dieci minuti dalla fine di Palermo-Milan, risultato 1-1, e ci mette circa 180 secondi a decidere la sfida con un colpo di tacco che inganna Palermo e detrattori di un calciatore che in un colpo solo si prende il Milan e tanto altro. I rossoneri vincono in Sicilia e restano al terzo posto, il calcio italiano si accorge dell'ex capocannoniere della serie B e già potrebbe essere abbastanza per la punta nativa di Torino; e invece il bello deve ancora arrivare perchè Lapadula si guadagna anche la prima storica convocazione con la nazionale italiana, scelto da Giampiero Ventura per rimpiazzare l'acciaccato Gabbiadini, ma soprattutto incassa complimenti ed elogi da tutti coloro che frequentano il Milan: in primis i tifosi che lo eleggono ad idolo proletario di una curva ritrovata, poi Vincenzo Montella che vorrebbe tutti i suoi calciatori con la fame di Lapadula, quindi Adriano Galliani che ne tesse le lodi di grande combattente dallo spirito eroico, infine la maggior parte degli opinionisti radio televisivi che vorrebbero l'italiano titolare nel derby del 20 novembre al posto di Bacca. Lui è felice, ma resta coi piedi per terra, è emozionato per la convocazione in nazionale ma invece di vantarsi chiama la mamma peruviana e che forse, sotto sotto, sperava ancora in una chiamata della selezione sudamericana e che vedrà ora il figliolo con indosso l'azzurro italiano. Una settimana da Dio, dicevamo? Forse non esattamente da Dio, ma da eletto certamente sì.