19 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Calcio

Carlo Nesti: "Bee Taechaubol lo vuole o no il Milan?"

L'ex giornalista e telecronista Rai si interroga circa il tanto ventilato e (al momento) mai definito passaggio di proprietà della società rossonera da Silvio Berlusconi all'imprenditore tailandese

TORINO - La trattativa (ipotetica) che dovrebbe portare (o avrebbe dovuto) l'imprenditore tailandese Bee Taechaubol ad acquisire una rilevante quota societaria del Milan, sembra sempre più lontana dalla positiva conclusione dopo continui incontri, promesse e rimandi che non vedono luce in fondo al buio tunnel in cui versa la società rossonera da tre anni e mezzo a questa parte. Di tale situazione parla anche Carlo Nesti, storico telecronista della Testata Giornalistica Sportiva della Rai, oggi libero professionista: "Questo personaggio doveva firmare oltre sei mesi fa - afferma Nesti - ma ad oggi nulla è stato messo nero su bianco, anzi, più passa il tempo e meno ci si capisce. Berlusconi ha ultimamente dichiarato che oltre a Bee esistono altri ipotetici compratori che vorrebbero il Milan, ma io mi chiedo: chi al mondo spenderebbe quasi 500 milioni di euro per diventare proprietario del 48% di un'azienda, cioè per non comandare in toto? Resto convinto che sia Bee Taechaubol l'unico interessato al Milan, ma non ho ancora capito se voglia davvero farsi carico della spesa o fare tanto fumo e niente arrosto, ma di certo dalla sua volontà dipende il futuro del Milan".

Senza aiuti, il Milan è destinato alla mediocrità

Parole ed interrogativi difficilmente non condivisibili, perchè questa trattativa sta andando avanti da troppo tempo e nessuno è riuscito a capirci qualcosa di chiaro. Un giorno Bee è ad un passo dal Milan, il giorno dopo ci sono i cinesi, il giorno dopo ancora sembrano saltate tutte le trattative; e intanto il Milan naviga a vista con Berlusconi che arranca con le sue finanze dispensate un mercato sì e uno no, Galliani che predica calma, convinto che un giorno il Milan (non si sa come) tornerà grande e Barbara Berlusconi che, una volta fallito il progetto dello stadio (in cui comunque avrebbe giocato un Milan mediocre), ha notevolmente ridimensionato le aspettative rossonere. Il Milan non va in Europa da due anni, l'organico non è competitivo, il ritorno in Coppa Campioni un miraggio e della situazione societaria in pochi riescono a far chiarezza; un dettaglio è però sicuro: senza un cambio di proprietà, o senza almeno un supporto rilevante, la società milanese è destinata a restare così com'è, ovvero una ex grandissima squadra caduta nell'anonimato, perchè non basta il blasone e non bastano 7 Coppe dei Campioni luccicanti in bacheca a far rifiorire l'ex società più titolata al mondo.