Malagò e il sogno di Roma 2024
Il presidente del CONI intervistato da Repubblica: «Saranno Giochi low cost, a impatto ambientale contenuto e con procedure anticorruzione presenti fin dalla candidatura che porteremo al CIO».
ROMA - Pulita e fatta in casa. Così Giovanni Malagò definisce la sua Roma 2024 in una intervista pubblicata oggi da Repubblica. Rispetto alle candidature per Roma 2004 e l'ultima bocciata da Monti dice non è un dramma: «La prima volta l'euforia era superiore al numero dei voti che avevamo in tasca, la seconda vicenda sta dentro la crisi economica del paese. Due candidature che non vincono non sono un dramma. Istanbul si è candidata sei volte, Madrid cinque». Ma la crisi incombe: «La situazione è peggiorata e in queste fasi ci sono due scuole di pensiero: chi crede che si debba continuare a fare passi indietro e chi, tra questi io e il premier, pensa che una candidatura olimpica sia uno dei primi passi per uscire dalla crisi». Saranno Giochi low cost, a impatto ambientale contenuto e «con procedure anticorruzione presenti fin dalla candidatura che porteremo al CIO». Per tutta la fase preparatoria «ci affiancherà Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione. Con lui costruiremo modelli di appalto che porteremo subito a Losanna».
Per il progetto olimpico si pensa a Montezemolo
«Il comitato promotore sarà in house. Due figure esterne, presidente e direttore generale, guideranno un dipartimento olimpico tutto del Coni: nostri gli uffici e nostro il personale. Dieci giovani multilingue, ben laureati. Non sprecheremo soldi pubblici e fermeremo l'onda delle autocandidature». Se per il progetto olimpico si pensa a Montezemolo, per quello paralimpico la certezza: «vorrei affidarlo a Luca Pancalli». Roma, Firenze, Napoli, ma anche «la vela in Costa Smeralda, il rugby nel Veneto, altri sport di squadra nella Milano post-Expo e nella Torino dei Giochi invernali. L'alta velocità ci aiuterà». Infine una marcia indietro su Carolina Kostner: «In una sola occasione ho lasciato prevalere l'amicizia. Ho sbagliato. E il mio avvocato lascerà il tribunale antidoping».
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