20 aprile 2024
Aggiornato 09:30
Mondiale 2010

Klose: la Germania è una squadra, l'Inghilterra no

L'attaccante tedesco: «Dopo 5 minuti ho capito come sarebbe andata a finire»

ERASMIA - Secondo Miroslav Klose, l'Inghilterra ieri è stata battuta per 4-1 dalla su Germania negli ottavi di finale dei Mondiali sudafricani «perché non ha giocato da squadra».

Il trentaduenne attaccante del Bayern Monaco, autore del gol che ha sbloccato il risultato, ha raggiunto Pelé nella classifica dei marcatori di tutti i tempi ai Mondiali con 12 gol, alle spalle ora solo del brasiliano Ronaldo (15), dell'altro tedesco Gerd Mueller (14) e del francese Just Fontaine (13). «Noi siamo scesi in campo con grande autostima e compattezza, siamo stati presenti alla gara dall'inizio alla fine, mentre non avevo la stessa impressione guardando loro», ha detto Klose (che in nazionale conta 50 gol in 99 presenze). «Me li aspettavo lì a mordere il freno prima di entrare in campo, invece dopo i primi cinque, sei minuti ho capito che non era così. E' straordinario per essere arrivato a 12 gol ai Mondiali, ma non è certo finita qui. Potrei farne ancora un paio. Ovviamente mi aiuta avere alle spalle una buona squadra, perché se non arrivano passaggi o cross, è impossibile far gol. E' anche molto importante un allenatore che crede molto in te. Ho la capacità di arrivare al momento massimo della forma proprio quando serve».
Il ct Joachim Loew ha consegnato a Klose una maglia da titolare ai Mondiali nonostante per tutta la stagione l'allenatore olandese Louis van Gaal al Bayern lo abbia considerato una riserva.

La Germania affronterà ai quarti l'Argentina (3-1 al Messico) sabato a Città del Capo. «Siamo una squadra che ha il giusto mix di giovani e giocatori più esperti», ha detto Klose. «Abbiamo la qualità per battere l'Argentina. So che loro vorranno la rivincita dopo che le 2006 noi li abbiamo eliminati ai quarti (vittoria ai rigori, ndr.), ma ora loro sono un'altra squadra. Quattro anni fa Leo Messi era in panchina. E sulla carta loro hanno individualità migliori. Ma poi sul campo tutte queste cose non contano più, come abbiamo visto ieri. La cosa fondamentale è giocare da squadra».