5 maggio 2024
Aggiornato 14:00
Doping

Di Luca positivo: «La mia verità, non ho assunto Cera»

«Test su Cera non molto attendibile, confido nelle controanalisi»

ROMA - Dopo le due positività al Cera in altrettante tappe dell'ultimo Giro d'Italia l'ex maglia rosa Danilo Di Luca ha assicurato di non avere assunto l'Epo di nuova generazione. E' questa «la verità» dell'abruzzese vincitore del Giro nel 2007, ciclista già condannato a tre mesi di sospensione nel quadro dell'inchiesta doping 'Oil for drug', avvicinato più volte al medico radiato Carlo Santuccione e sottoposto ad un procedimento disciplinare, concluso con un proscioglimento, per l'esito anomalo di un controllo dopo la tappa dello Zoncolan della corsa rosa del 2007.

«La verità è che non ho assunto un farmaco«, ha detto Di Luca in un'intervista a Sky Sport, «non ho assunto questo farmaco. Sapevo, e sappiamo tutti, quali sono le conseguenze di questo farmaco, soprattutto per quanto tempo dura questa positività. Quindi, è impensabile prenderlo prima di un Giro d'Italia, un anno dopo tutto quello che è successo a Riccò, Sella, Piepoli, Rebellin e ad altri. Tra l'altro, una sportiva dell`atletica leggera all`Olimpiade di Pechino è stata trovata positiva al Cera, ma poi le controanalisi hanno detto che era negativa».

Di Luca, incastrato da un test condotto presso il rinomato laboratorio parigino di Chatenay-Malabry, ha contestato le analisi dicendo di confidare nell'esame del campione B: «Sì perché questa è ancora una dimostrazione che è, comunque, un test non molto attendibile e che ci possono essere margini di errore», ha affermato il cosiddetto 'Killer di Spoltore', manifestando diffidenza per il laboratoro francese: «Il Cera è una sostanza che ormai conosciamo nel ciclismo e in tutto lo sport da più di un anno. Sappiamo che la sua positività dura un mese. Quindi, assumere una sostanza del genere prima del Giro d`Italia è veramente da incoscienti. Sono assolutamente estraneo e, soprattutto, ho chiesto di fare le controanalisi, oltre a quelle francesi, anche in un altro laboratorio. Mi hanno detto che non è possibile, ma io sto cercando di fare il massimo per farlo in un altro laboratorio. E` un esame ancora non molto chiaro, come mi è stato detto da alcuni periti. Stiamo cercando di lavorare per questo con i miei periti e i miei avvocati. Dobbiamo aspettare e speriamo che la verità venga fuori».

Di Luca ha poi spiegato che in caso di conferma della positività in sede di controanalisi la sua carriera sarebbe finita. «Sicuramente avrei chiuso con il ciclismo, perché subire una squalifica all`età di 33 anni, soprattutto con tutto quello che comporta questo sport, mi renderebbe difficile tornare alle corse. Però non voglio pensare a questo - ha detto - perché sono sempre dell`opinione di essere dalla parte della ragione».