Smartphone vietati al bar per incoraggiare l’interazione sociale vera e far rilassare i clienti
Per scoraggiare le sempre più diffuse interazioni virtuali, un bar finlandese vieta l’uso degli smartphone nei suoi locali. Funziona?
Da quando sono apparsi sul mercato gli smartphone e la possibilità di utilizzarli per chattare, navigare sui social network, guardare video, leggere le email e così via, le persone sono sempre più chiuse nel loro mondo e, basta guardarsi intorno, sempre chine sul proprio dispositivo – incuranti di chi sta loro intorno. Il massimo, poi, è quando ci sono persone riunite insieme intorno a un tavolino di un bar o ristorante e, invece di parlare tra loro, se ne stanno a giocherellare con il proprio smartphone – una situazione che capita di vedere sempre più spesso. Le interazioni nel mondo reale sono così divenute sempre più rare. Per ovviare a questo fenomeno negativo, il bar ‘Chihuahua Julep’ che si trova nel centro di Helsinki, in Finlandia, dallo scorso mese di agosto ha vietato l’utilizzo degli smartphone, da parte dei clienti, all’interno dei propri locali.
Si è iniziato con le luci
Poiché l’atmosfera del cocktail bar è molto suggestiva, grazie all’uso sapiente delle luci, il fatto che tutti quegli schermi di smartphone accesi perché utilizzati dagli avventori, o perché arriva una notifica, un messaggio o una chiamata (con tanto di suoni) arrecavano danno all’atmosfera e al bisogno di relax che i clienti dovrebbero trovare in un locale del genere – o simile.
Più rilassati
Il primo tentativo di rendere più piacevole ai propri clienti lo stare nel locale, i gestori hanno inizialmente soltanto invitato i frequentatori a mettere via il proprio smartphone. Poi, vedendo che effettivamente i clienti che seguivano il consiglio apparivano molto più rilassato, e si impegnavano anche in piacevoli conversazioni, i proprietari del bar hanno pensato che la cosa migliore fosse imporre il divieto assoluto di utilizzare gli smartphone all’interno del locale. Ora, chiunque voglia godersi un drink all’interno del bar deve consegnare il proprio telefono all’arrivo – se vogliamo, avviene un po’ come ai tempi del Far West, dove in certi saloon era d’obbligo consegnare la pistola all’arrivo per evitare che si verificassero delle sparatorie all’interno del locale. I clienti, all’inizio, non erano particolarmente contenti, dato che le abitudini sono difficili da lasciar andare, ma poi scoprendo che in realtà si godevano meglio i momenti passati nel locale, hanno finito per accettare volentieri la regola. Come confermato dal proprietario del locale, Jami Jarvinen, alcuni clienti protestano contro il divieto – in particolare giovani e genitori che dicono di avere l’esigenza di rimanere sempre in contatto con i figli – tuttavia, la maggior parte dei clienti ha accolto positivamente la possibilità di «rilassarsi senza i suoni e il ronzio degli smartphone», riporta il sito dell’emittente televisiva finlandese Yle.
Un momento tutto per sé
«È bello vedere che è stata la decisione giusta – ha dichiarato Jami Jarvinen a Yle – Le persone hanno davvero bisogno di un momento nelle loro frenetiche vite quotidiane per rilassarsi senza questi dispositivi , e molti non lo farebbero se non avessimo deciso di imporre il divieto». Da quando è stato introdotto il divieto di usare lo smartphone, ha poi sottolineato Jarvinen, tutto lo staff del bar è stato testimone di molti indimenticabili momenti grazie all’interazione umana che si è sviluppata. «L’interazione sociale è così diversa quando non ci sono i telefonini. Molte persone vorrebbero ridurre l’uso degli smartphone ma non riescono a farlo», ha commentato Jarvinen. Quella della dipendenza da smartphone e simili è una realtà, e non solo in Finlandia. Infatti, gli italiani non sono da meno quanto a dipendenza: come detto, basta guardarsi intorno – anche per strada, per rendersene conto. Tutti ormai fanno fatica a non prendere in mano lo smartphone, anche solo per dare ‘un’occhiata’ alle email, ai messaggi e ai social e così via. Secondo gli esperti, il fenomeno rischia di divenire un problema sociale e personale, con tanto di dipendenza patologica pari a quelle provocate da altre situazioni come il gioco d’azzardo, le tossicodipendenze ecc.
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