Le patologie neurologiche stanno diventando la principale causa di morte e disabilità in Italia
Sempre più persone sono colpite ogni anno da patologie neurologiche. Oggi già ne soffre 1 miliardo di persone al mondo. Tra vent'anni saranno la principale causa di morte e disabilità
Emicrania, ictus, malattia di Parkinson, sclerosi multipla… tutti disturbi neurologici in aumento e che, se già oggi secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) colpiscono oltre 1 miliardo di persone in tutto il mondo [1], entro i prossimi vent’anni rappresenteranno la principale causa di morte e di disabilità. Questo sconsolante quadro è emerso durante il 49° Congresso Nazionale della Società Italiana di Neurologia (SIN) a Roma.
I numeri in Italia
Le malattie neurologiche non sono soltanto un fenomeno straniero, ma anche in Italia fanno registrare numeri inquietanti: sono infatti 150mila i nuovi casi di Ictus ogni anno, con circa 800mila persone che sebbene siano sopravvissute, portano i segni di invalidità. E poi 300mila i pazienti con Malattia di Parkinson, 120mila le persone colpite dalla Sclerosi Multipla e 5 milioni i soggetti che soffrono di Emicrania – in particolare donne e 800mila affetti da Emicrania cronica, con dolori costanti per oltre 15 giorni al mese. Per finire con 1 milione di persone affette da decadimento mentale o deficit cognitivi. Non solo. Nel nostro Paese, uno dei più anziani a livello europeo con il 17% di over 65, si prevede una crescita esponenziale delle malattie croniche legate all’età, tra cui proprio quelle neurologiche. «A fronte di questi numeri, la sfida della neurologia italiana per il futuro si presenta davvero impegnativa e sarà necessario uno sforzo comune per mantenere i livelli scientifici e migliorare quelli assistenziali in ambito neurologico – ha spiegato il prof. Gianluigi Mancardi, Presidente SIN e Direttore della Clinica Neurologica dell’Università di Genova –Se da un lato, infatti, siamo al terzo posto in Europa e al settimo nel mondo per il numero di pubblicazioni scientifiche in neurologia, dall’altro la qualità dell’assistenza medica, seppur di buon livello, deve fare i conti con i modesti investimenti in sanità, ricerca e formazione nel nostro Paese. Il Congresso SIN di Roma rappresenta, dunque, un momento di confronto e collaborazione importante di tutte le forze in campo».
I passi della ricerca neurologica
«Oggi – aggiunge il prof. Alfredo Berardelli, Presidente del Congresso e Direttore del Dipartimento di Neuroscienze Umane presso La Sapienza Università di Roma – il neurologo ha nuove armi a disposizione sia dal punto di vista farmacologico, grazie alla recente scoperta delle nuove terapie monoclonali, sia dal punto di vista fisiopatologico sul ruolo della corteccia motoria cerebrale. Possiamo, inoltre, beneficiare dell’innovazione digitale che consente un monitoraggio anche a distanza dell’evoluzione della malattia». Gli esperti ritengono essenziale la ricerca per trovare nuove terapie, specie per le malattie per cui non esiste cura. Ma la cosa essenziale rimane sempre la prevenzione.
[1] BMC Health Service Research, 2014