20 aprile 2024
Aggiornato 17:00
Cancro e urologia

Tumori urologici: 38mila italiani colpiti ogni anno

A Milano il XXVIII Congresso Nazionale Società Scientifica SIUrO in cui si fa il punto della situazione tumori urologici in Italia. Forte aumento dell'incidenza

Paziente in ospedale
Paziente in ospedale Foto: ESB_Professional | shutterstock.com Shutterstock

ROMA - Le diagnosi di carcinoma della prostata, rene e vescica sono in crescita tra gli anziani del nostro Paese.  Secondo le stime, ogni anno a 38mila italiani, con più di 70 anni, viene diagnosticato un tumore urologico. Il più frequente è quello alla prostata – riporta una nota della Siuro – il quale ha tuttavia un minor impatto clinico di altri tumori, perché in una percentuale non trascurabile dei casi risulta in forma latente asintomatica, soprattutto negli over 80. Il carcinoma del rene, e in maggior misura quello della vescica, invece hanno una notevole espressione clinica.

L’aumento d’incidenza
Questi tumori negli ultimi anni hanno manifestato un aumento di incidenza, in particolare nelle persone d’età avanzata. Il numero di casi di tumore del rene è aumentato del 7% nell’ultimo quinquennio. E per quello della vescica per il 2020 sono previste oltre 30.300 nuove diagnosi l’anno contro le attuali 27mila. Da questi dati incontrovertibili nasce l’esigenza di intensificare la collaborazione tra urologi, oncologi e geriatri che insieme ad altri specialisti devono elaborare nuovi percorsi di assistenza e cura a misura del paziente anziano.

Un quinto di tutte le diagnosi
La multidisciplinarità al servizio della terza età è uno dei temi al centro del XXVIII Congresso Nazionale della Società Italiana di Urologia Oncologica (SIUrO) che si è aperto ieri a Milano. Fino a sabato la città lombarda ospiterà oltre 600 esperti provenienti da tutta la Penisola.
«Le neoplasie uro-genitali rappresentano un quinto di tutte le diagnosi di cancro registrate nel nostro Paese – spiega Riccardo Valdagni, Presidente Nazionale della SIUrO – Sono patologie tipiche degli over 70, che spesso e volentieri soffrono anche di ulteriori gravi problemi di salute come diabete, ipertensione o insufficienza renale. Per questi pazienti è ancora più importante e fondamentale che siano assistiti da un team multidisciplinare. Attraverso il ‘lavoro di squadra’ è possibile, infatti, favorire l’appropriatezza diagnostica e terapeutica, ridurre gli sprechi legati a cure ed esami superflui, garantire il tempestivo accesso a programmi di riabilitazione e supporto. La multidisciplinarità – prosegue Valdagni – deve quindi essere considerata non più un’opzione ma una modalità di gestione necessaria. I vari specialisti devono imparare a cooperare insieme per acquisire gli uni parte degli strumenti degli altri. A questo tema, ormai imprescindibile, abbiamo dedicato il nostro appuntamento nazionale più importante».

Un rischio di molto maggiore
«Negli anziani il rischio di ammalarsi di cancro è di 40 volte più alto rispetto agli under 40 – aggiunge Alberto Lapini, Presidente Eletto della SIUrO – Secondo le ultime previsioni demografiche già nel 2025 un quarto della popolazione italiana avrà più 65 anni. Vanno quindi presi provvedimenti a livello politico e sanitario per evitare un vero e proprio boom di patologie oncologiche nei prossimi anni. Per quanto riguarda i tumori del tratto urinario esiste un problema oggettivo nell’individuarli ai primi stadi. Il cancro del rene o della vescica, per esempio, non si manifestano attraverso sintomi specifici, inoltre non abbiamo a disposizione programmi di screening efficaci. Esiste poi l'annosa e irrisolta questione dell’esame del PSA per il tumore della prostata. Il test non può essere utilizzato in maniera indiscriminata o diventare un esame di massa. Va limitato solo alle persone considerate a rischio, correttamente informate sul significato del PSA e sull’iter diagnostico che un PSA non ‘normale’ comporta. Altrimenti – conclude Lapini – otterremmo come unico risultato un aumento di trattamenti eccessivi o inutili con conseguenze non indifferenti sulla qualità della vita dei pazienti».

Favorire stili di vita sani
«Una possibile soluzione è favorire il più possibile gli stili di vita sani – sottolinea Giario Conti, Segretario Nazionale della SIUrO – Comportamenti pericolosi come il tabagismo o i chili di troppo sono ancora eccessivamente diffusi tra gli over 65. In particolare, il 57% degli anziani italiani risulta in eccesso di peso e questo determina un aumento del rischio soprattutto del tumore del rene. Dieta corretta e attività fisica vanno quindi promosse tra tutta la popolazione senza distinzione d’età».