17 agosto 2025
Aggiornato 22:00
Depressione e mutazioni genetiche

La depressione viene da lontano, dimostrato il legame tra geni e traumi dell’età evolutiva

Studio dell’Università statale di Milano dimostra a livello genetico come eventi stressanti e traumatici durante i primi anni di vita portino alla depressione

Depressione e geni
Depressione e geni Foto: Shutterstock

MILANO – C'è un legame tra la depressione, la genetica e gli eventi traumatici durante i primi anni di vita. Lo suggerisce un recente studio coordinato da Università Statale di Milano, IRCCS Fatebenefratelli di Brescia e il Kings College di Londra. I ricercatori sono riusciti infatti a dimostrare la relazione tra geni ed eventi traumatici dell’età evolutiva nel successivo sviluppo di disturbi depressivi.

Fattori stressanti
i risultati della ricerca, pubblicati sulla rivista Molecular Psychiatry, dimostrano come fattori ambientali, e in particolare eventi stressanti e traumatici durante i primi anni di vita possano esercitare un effetto sinergico con la vulnerabilità determinata dal proprio background genetico, si legge in una nota dell'ateneo lombardo. Questo studio rafforza l’idea che alcune varianti geniche, note anche come polimorfismi, possano interagire con l’ambiente avverso, rendendo alcuni soggetti più vulnerabili rispetto ad altri per lo sviluppo di psicopatologie.

Una rete di geni interconnessi
Il dottor Marco Riva, insieme ai colleghi e altri autori dello studio, hanno utilizzato un nuovo approccio incrociando dati provenienti da diversi tessuti, da modelli preclinici e da studi in corti cliniche. Ciò ha permesso di identificare un network di nuovi geni, coinvolti in processi di infiammazione e di risposta allo stress, come possibili geni di vulnerabilità per la depressione. Il risultato più interessante è stato quando gli autori hanno osservato cosa accadeva in due diverse corti cliniche. Nello specifico si sono soffermati su una coorte americana di pazienti con depressione ed esposti a eventi traumatici e una coorte norvegese di soggetti che durante l’adolescenza erano stati separati dai genitori a causa della seconda guerra mondiale. Si è così scoperto che individui con determinate varianti in questi geni, se esposti a eventi stressanti durante l’adolescenza, avevano una probabilità significativamente maggiore di sviluppare sintomi depressivi in età adulta.

La predisposizione genetica
«Lo studio – commenta Marco Riva, professore di farmacologia alla Statale – sottolinea l’importanza di comprendere i meccanismi mediante i quali una predisposizione genetica possa interagire con eventi ambientali avversi, ed esercitare un effetto a lungo termine che viene poi smascherato in età adulta, con la comparsa della patologia depressiva».  I risultati di questa ricerca potranno permettere di individuare soggetti più a rischio per lo sviluppo di patologie psichiatriche ma anche l’identificazione di nuovi bersagli utili per lo sviluppo di farmaci, che se somministrati in via preventiva, potrebbero essere utili per minimizzare il rischio di sviluppare tali patologie.