19 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Linee guida ipertensione

Ipertensione, negli USA cambiano le linee guida. E i valori minimi scendono

Dopo ben tredici anni cambiano le linee guida negli Stati Uniti e si abbassano i valori massimi consentiti di «minima» e «massima». Ecco tutte le novità in fatto di ipertensione

Le nuove linee guida per l'ipertensione
Le nuove linee guida per l'ipertensione Foto: Shutterstock

Alla stregua del colesterolo, anche le linee guida per l’ipertensione sono destinate a mutare per sempre. I primi a fare un passo avanti verso il nuovo cambiamento sono stati gli americani, che da tempo attendevano la revisione del JNC7. Le società scientifiche cardiologhe riducono ancora i valori ammessi che indentificano un individuo sano dal punto di vista cardiovascolare. Tra le altre novità emergono anche le terapie innovative basate sull’associazione di diversi principi attivi in un’unica somministrazione.

Il primo aggiornamento dopo 13 anni
Questo è il primo aggiornamento – dopo ben 13 anni – delle linee guida promosse dall’AHA ACC. Nella nuova versione non esiste più la condizione di pre-ipertensione (un tempo calcolata intorno ai 120/139 mmHg per la sistolica e 80-89 mmHg per la diastolica). Inoltre, per essere considerato sano dal punto di vita vascolare i valori normali non dovranno superare i 120/80 mmHg. Fino a ieri, invece erano di 140/90.

Più ipertesi?
Il cambiamento apportato alle linee guida poterà a un ovvio aumento degli individui classificati come ipertesi che, fino a ieri erano considerati in perfetta salute. In questo modo è probabile che i farmaci verranno venduti in maggior misura ma, quello che è certo, è che tutti dovranno porre attenzione al proprio stile di vita.

Intervenire precocemente
Come sempre, gli esperti raccomandano di prevenire l’ipertensione attraverso attività fisica e alimentazione corretta. Inoltre, qualora la condizione facesse la sua comparsa è essenziale correre ai ripari il più velocemente possibile per evitare di incappare in danni permanenti. Ricordiamo, infatti, che le malattie cardiovascolari sono la prima causa di mortalità al mondo. E che l’ipertensione è considerata un vero e proprio killer perché agisce in maniera subdola e silenziosa.

I danni cardiovascolari
«Il danno vascolare causato dall’ipertensione inizia non appena la pressione comincia a salire. Se ci si focalizza solo sugli eventi, si ignora il processo dal suo inizio. Il rischio di eventi invece comincia ad aumentare già superata la soglia dei 40 anni», ha dichiaratoPaul K. Whelton professore di salute pubblica presso la Tulane University School of Public Health and Tropical Medicine e School of Medicine di New Orleans (Usa).

Tutte le novità
Ricapitolando, le nuove linee guida (USA) hanno dato il via a un numero abbastanza vasto di regole inedite. Quindi se fino a ieri la pressione arteriosa era normale con una sistolica di 130 mmHg, ora deve essere inferiore a 120 mmHg. Mentre la «minima» o diastolica non deve superare gli 80 mmHg. Tuttavia da 120 a 129 (per la sistolica) la pressione viene solo considerata alta. Se invece si supera tale soglia si parla di ipertensione. Il primo grado (stadio 1) arriva fino a 139 mmHg per la sistolica e fino a 89 mmHg per la diastolica. Per essere considerata al secondo stadio deve superare i 140/90 mmHg. Se si arriva a 180/120 mmHg si parla di una vera e propria crisi ipertensiva, per la quale è necessario agire tempestivamente.