Pianto del bebč, ecco come «tocca» il cervello della mamma
Il pianto del bebč stimola particolari aree cerebrali della mamma che la inducono a comportarsi in maniera quasi programmata. Ecco la scoperta degli scienziati
Quale mamma riesce a rimanere impassibile di fronte al pianto di un neonato? Probabilmente nessuna. E il motivo, secondo alcuni scienziati, c’è ed è racchiuso nel suo cervello. Sembra proprio che anche in questo caso la natura abbia fatto le cose per bene gettando delle importanti basi neurologiche sulla risposta al pianto di un neonato. Una sorta di comunicazione innata tra madre e figlia che permette di amarsi fin dal primo minuto di vita.
La scoperta
Un team di ricercatori americani ha scoperto che vi sono delle basi neurologiche direttamente collegate alla risposta della mamma al pianto del proprio piccolo. Ciò che più sorprende è che la risposta è sempre identica per ogni donna, qualsiasi sia la sua esperienza, età o provenienza.
Lo studio
Lo studio è stato condotto da Diane Putnick e Marc Bornstein del National Institutes of Health Usa e pubblicato sulla rivista scientifica Pnas. I ricercatori hanno messo a confronto le reazioni di centinaia di mamme provenienti da ben undici paesi diversi. Tale risposta è sempre identica e innata: prendono il braccio il proprio figlio allo stesso modo, gli parlano in modo gentile e delicato con tono consolatorio. Questo perché il pianto attiverebbe una precisa area cerebrale della neomamma.
La risposta all’intenzione
L’area cerebrale attivata dal pianto del bambino sembra essere direttamente associata all’intenzione di muoversi e parlare in un determinato modo. Mentre un’altra è collegata con il desiderio di prendersi cura di qualcuno.
Merito dell’evoluzione
Per arrivare a simili conclusioni gli scienziati hanno osservato con attenzione il comportamento di quasi 700 mamme di bambini di circa cinque mesi, provenienti da undici stati, Italia compresa. Per approfondire l’argomento gli studiosi americani hanno poi sottoposto a risonanza magnetica 43 donne americane con bimbi di 3 mesi e mezzo e 44 mamme asiatiche con piccoli di sette mesi. Dai risultati è emerso che il pianto dei neonati attiva le stesse regioni nel cervello di tutte le donne. La conclusione degli autori è che tutto ciò è alla base di una teoria evoluzionistica che riguarda il rapporto mamma-bebè.
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