24 aprile 2024
Aggiornato 00:00
Dieta e salute

Con le diete vegane e vegetariane si rischia la depressione. Ecco perché

Secondo un nuovo studio dell’Università di Bristol vegetariani e vegani hanno un maggiore rischio di soffrire di depressione rispetto a chi mangia carne. Ecco il perché secondo gli scienziati

Vegetariani e vegani a rischio depressione
Vegetariani e vegani a rischio depressione Foto: Shutterstock

BRISTOL – Carne sì o carne no? Il dilemma si pone non solo per chi decide per l’una o l’altra scelta spinto da questioni personali o etiche, ma spesso anche perché si sente dire che la carne fa male alla salute. Anche se in questo senso non ci sono né certezze né prove in tal senso – abusi a parte, che tuttavia valgono anche per gli alimenti vegetali. Ora un nuovo studio della Bristol University suggerisce che vegetariani e vegani hanno un maggiore rischio di soffrire di depressione rispetto a chi invece segue una dieta più equilibrata e convenzionale.

Un largo studio
A differenza di altri studi che hanno coinvolto un limitato campione rappresentativo della popolazione, questo studio ha visto la partecipazione di circa 10mila persone, che seguivano diversi regimi alimentari. L’analisi dei dati raccolti circa la dieta seguita, lo stato di salute e altri fattori influenzanti o rilevanti, ha mostrato che vegetariani e vegani avevano quasi 2 volte più rischio di sviluppare la depressione rispetto a chi seguiva una dieta onnivora o tradizionale. Secondo lo studio, pubblicato sul the Journal of Affective Disorder, il motivo dell’aumento del rischio di depressione è dovuto alla carenza di vitamine e minerali che la dieta quasi o solo vegetale comporta.

Le vitamine e i nutrienti che mancano
Una dieta vegana o vegetariana che non comprenda alcun tipo di alimento di origine animale è per forza carente di alcuni minerali e vitamine. Una su tutte è la vitamina B12. Ma anche la possibilità di avere un eccesso di acidi grassi omega 6, derivanti dall’assunzione esclusiva di alcuni cibi vegetali a discapito di un equilibrio nell’assunzione di acidi grassi essenziali, dovuto alla carenza di omega 3. Un eccesso di omega 6, poi, è stato associato da altri studi a un aumento del rischio di problemi di salute mentale.
Gli scienziati hanno osservato come in circa il 50% dei vegani e nel 7% dei vegetariani vi fosse una pericolosa carenza di vitamina B12. La vitamina B12, ricordano, si trova per esempio nella carne rossa e svolge un ruolo importante nel condizionare l’umore di un individuo. «Altri potenziali fattori includono i livelli elevati di fitoestrogeni (estrogeni naturalmente presenti nei legumi) conseguenti principalmente alle diete ricche di verdure e di soia – si legge nel rapporto della Bristol – Un altro potenziale fattore che contribuisce è una più bassa [o nulla] assunzione di pesce, considerata essere associata a un rischio maggiore di sintomi depressivi».

Manca anche il ferro
Oltre alle carenze vitaminiche, lo studio ha mostrato che anche la carenza di ferro potrebbe avere il suo peso nel rischio di sviluppare la depressione o avere problemi d’umore. Nel totale, i vegetariano e i vegani che avevano seguito una dieta di questo genere per periodi più lunghi avevano punteggi maggiori nella scala relativa allo sviluppo della depressione: in altre parole, più tempo si era seguita la dieta a base di vegetali, più si era a rischio. Infine, i ricercatori non escludono che la scelta di seguire una dieta vegetariana o vegana non sia dettata da una depressione latente o che stava per esordire. Il messaggio, in definitiva, è che una scelta equilibrata è sempre la migliore, perché gli estremi in natura non sono mai ‘naturali’.