Sigarette elettroniche e iQOS meglio del tabacco, ma comportano rischi per la salute
Gli esperti del IRCCS, l’Istituto Tumori di Milano, hanno condotto un’indagine in cui emerge che le e-cig e quelle senza fumo sono sì meno dannose di quelle tradizionali, ma non sono innocue per la salute e vanno vietate al chiuso e nei luoghi pubblici
MILANO – Le sigarette elettroniche o e-cig, e le alternative a base di tabacco (ma senza fumo) come l’iQOS della Philip Morris, «sono meno dannose delle tradizionali, ma comportano rischi e vanno vietate al chiuso e nei luoghi pubblici». Questa la ‘sentenza’ di un’indagine condotta dall’IRCCS, l’Istituto Tumori di Milano.
Meno nocive ma…
Le sigarette elettroniche sarebbero dunque meno nocive delle sigarette tradizionali. Tuttavia, per via dei loro componenti non sono nemmeno del tutto sicure, anzi. È quanto emerso dall’indagine della Tobacco Control Unit della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori (INT) di Milano, in collaborazione con i ricercatori della University of Southern California di Los Angeles, e appena pubblicata sulla rivista Aerosol Science & Technology. Qui i ricercatori hanno conforntato le emissioni della sigaretta tradizionale con quelle di una e-cig e del nuovo dispositivo elettronico iQOS a base di tabacco.
Diverse le sostanze presenti
Se dunque le e-cig e i dispositivi senza fumo si presentano come una alternativa alle sigarette convenzionali, non è detto che siano innocue, come molti ritengono o cercano di far credere. «I dati – spiega Roberto Boffi, pneumologo che ha guidato la ricerca con Ario Ruprecht e altri collaboratori della Tobacco Control Unit dell’INT – derivano dal primo studio che paragona fra loro i nuovi dispositivi, sempre più in voga specialmente tra i giovani, in molti casi convinti della loro totale innocuità. Gli esiti dell’indagine confermano la ridotta pericolosità dei nuovi prodotti da fumo rispetto alle sigarette tradizionali, ma confuta l’opinione comune che le emissioni delle sigarette elettroniche consistano di solo vapore acqueo e che entrambe (e-cig e iQOS) possano proteggere chi le usa e chi gli sta accanto dal rischio di incorrere in patologie respiratorie».
L’impatto ambientale
La valutazione fatta sull’impatto ambientale di questi dispositivi va spesso di pari passo a quello che si ha sulla salute, dato che alla fine l’aria che respiriamo è proprio quella che c’è intorno a noi. «Il nostro obiettivo finale – sottolinea Boffi – era l’acquisizione di dati, scientificamente solidi e garantiti da fonte autorevole e indipendente, sulle caratteristiche delle emissioni di questi prodotti».
Cosa accade nella vita reale
L’analisi di come influissero i vapori generati dalle sigarette elettroniche e i dispositivi senza fumo non è stata fatta in laboratorio con strumenti meramente meccanici e simulando la realtà, ma con veri fumatori e reali emissioni nell’ambiente. Sono state prese in esame le emissioni sia di e-cig che dell’iQOS, prodotto dalla Philip Morris International Inc. di Losanna in Svizzera, che usa il tabacco senza ‘bruciarlo’ ma solo scaldandolo.
Le varie sostanze nocive
Dopo aver analizzato le emissioni sono state prese in esame le diverse sostanze contenute in esse. Tra queste vi erano il black carbon, il particolato, le aldeidi, i metalli e i composti organici – che sono poi anche quei composti che si ritengono possano essere dannosi per la salute. «Questi sono i risultati di e-cig e iQOS rispetto alla sigaretta convenzionale – spiega il dott. Boffi – in termini di black carbon e particolato, le sigarette elettroniche emettono quantità solo trascurabili, mentre le iQOS 60, 75 e 100 volte meno rispettivamente per PM10, PM2,5, PM1 e 140 volte meno per il black carbon. Le aldeidi sono presenti in misura più significativa sia nelle iQOS sia nelle e-cig – prosegue l’esperto – anche se con valori inferiori rispetto alla sigaretta tradizionale: 400 volte meno l’acetaldeide e 33 volte meno la formaldeide nelle e-cig rispetto alle sigarette; 20 volte meno l’acetaldeide e 15 volte meno la formaldeide nelle iQOS rispetto alle ‘normali’. Le iQOS mostrano inoltre la presenza di acroleina, in misura minore in confronto al tabacco tradizionale, ma non viene riscontrata alcuna traccia nelle elettroniche».
I metalli
Altre sostanze sotto indagine sono i metalli. Nell’analisi dei ricercatori dell’IRCCS è emerso che le sigarette elettroniche presentavano livelli di nichel di 4 volte maggiori rispetto alle sigarette tradizionali e minime concentrazioni di cromo, che invece erano assenti nelle sigarette tradizionali e nelle iQOS. A loro volta iQOS mostravano elevati livelli di stagno, che non sono stati riscontrati negli altri due campioni. Tra i composti organici, sia nelle e-cig che nelle iQOS, non sono stati trovati gli IPA (idrocarburi policiclici aromatici), che sono noti per essere stati classificati come cancerogeni per l’uomo.
Vanno vietate al chiuso
«Nonostante sigarette elettroniche e iQOS abbiano più basse emissioni di sostanze tossiche rispetto alle sigarette tradizionali, questi dispositivi possono comunque emettere livelli statisticamente significativi di metalli, composti organici e aldeidi, che suggeriscono quindi cautela nel loro utilizzo, specialmente in ambienti chiusi, poiché non del tutto innocui – conclude Boffi – Pertanto il loro uso desta preoccupazione in caso di esposizione, specie se prolungata, in fasce sensibili di popolazione come bambini, pazienti asmatici, anziani e donne incinte. Secondo questi dati sembrerebbe quindi opportuno porre il divieto assoluto dell’utilizzo di questi dispositivi al chiuso, in ambienti lavorativi e luoghi pubblici, al fine di salvaguardare la salute di tutti».