24 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Salute

Alzheimer e Parkinson, ora si possono diagnosticare in tempo grazie ai nanocristalli

Una ricerca italiana del Cnr rivela che per mezzo di una innovativa tecnica a base di nanocristalli d’argento è possibile identificare precocemente le tracce del possibile sviluppo di malattie terribili come l’Alzheimer e il Parkinson, di cui a oggi non esiste cura

Diagnosi precoce per Alzheimer e Parkinson
Diagnosi precoce per Alzheimer e Parkinson Foto: Shutterstock

ROMA – Scovare fin da subito le tracce di una malattia in via di sviluppo. Questa potrebbe essere la sfida del futuro per combattere, prima che insorgano, patologie di cui ancora oggi non esiste cura. È quanto si potrebbe fare con l’innovativo metodo sviluppato dai ricercatori italiani dell’Ifac-Cnr di Firenze, con i ricercatori dell’Imm-Cnr di Catania, dell’Università di Modena e Reggio Emilia e dell’Università di Saratov (Russia).

Già in minime tracce
Lo studio congiunto è stato pubblicato sulla rivista Acs Nano, ed è basato su una tecnica a base di nanocristalli d’argento che permettono di identificare «‘l’impronta digitale’ di proteine e biomarcatori quando sono ancora presenti in minime tracce, riuscendo così a effettuare una diagnosi precoce di malattie neurodegenerative, quali l’Alzheimer e il Parkinson», si legge nel comunicato Cnr.

Il team
A mettere a punto questa innovativa tecnica è stato un team di ricercatori dell’Istituto di fisica applicata (Ifac-Cnr), in collaborazione con i colleghi dell’Istituto di microelettronica e microsistemi (Imm-Cnr), del Dipartimento di chimica e scienze geologiche dell’Università di Modena e Reggio Emilia e dell’Università statale di Saratov (Russia).

Il metodo
«La metodologia – spiega Paolo Matteini dell’Ifac-Cnr, primo autore del lavoro e coordinatore del team – si basa sull’attivazione laser di nanocristalli (cristalli che hanno dimensioni dell’ordine del nanometro, unità di misura equivalente a un miliardesimo di metro) d’argento a forma di cubo; attivazione che consente di identificare molecole precursori della malattia presenti nei fluidi biologici (sangue, urina, fluido cerebrospinale). L’irraggiamento laser ‘accende’ infatti i nanocristalli producendo un intenso campo elettrico che amplifica di circa un milione di volte il segnale delle molecole aderenti alla superficie dei nanocristalli stessi. Il segnale così rivelato fornisce informazioni uniche su composizione e struttura della biomolecola, che viene riconosciuta anche in minime tracce».

Intercettare le biomolecole
«Mediante un nuovo microscopio elettronico a scansione, installato presso i laboratori di Catania – aggiunge Giuseppe Nicotra, ricercatore dell’Imm-Cnr – è stato possibile analizzare la struttura cristallina dei vertici del nanocubo, rivelandone una disposizione ‘a gradini’, che intercetta efficacemente le biomolecole in soluzione».

Un approccio valido
I risultati dei test hanno confermato che il nuovo approccio è valido. «La metodica consente di sviluppare test diagnostici per il riconoscimento precoce di biomarcatori di patologie neurodegenerative – conclude Roberto Pini, direttore dell’Ifac-Cnr – La strada è però ancora lunga: sarà infatti necessaria un’accurata fase di test preliminari per classificare la complessità dell’impronta ottica dei vari biomarcatori prima che questa tecnica risulti affidabile per l’uso clinico». In ogni caso, la possibilità che si possa presto identificare queste malattie ‘sul nascere’ apporterà una svolta nella prevenzione e nel trattamento – cosa che in molti attendono con speranza.