19 marzo 2024
Aggiornato 11:00
Oculistica

Niente più «mosche volanti» negli occhi: c'è una nuova tecnica per curare la maculopatia

Con la vitrectomia si può curare la degenerazione maculare (o maculopatia), una condizione che colpisce la parte centrale della retina e impedisce di vedere bene. Ne parla l’oculista che pratica la chirurgia vitreoretinica

Addio alla maculopatia con la vitrectomia
Addio alla maculopatia con la vitrectomia Foto: Shutterstock

TORINO – La cosiddetta degenerazione maculare, o maculopatia, è caratterizzata dal vedere dei minuscoli oggetti che ‘svolazzano’ davanti agli occhi, come fossero delle mosche volanti. Che però non ci sono. Questi minuscoli oggetti che ‘vediamo’ sono detti miodesopsie (dal greco ‘vedere oggetti simili a mosche’) e interferiscono con la visione chiara che si ha con una retina sana. La maculopatia, poi, impedisce di vedere bene ciò che ci circonda. Ma ora, con una nuova tecnica chiamata vitrectomia pare si possa ovviare al problema che affligge molte persone – specie dopo i 50 anni di età.

Intervenire sulle cause
I progressi nel campo dell’oculistica sono stati numerosi. Oggi infatti si può comodamente intervenire con successo su problematiche come la cataratta e anche la miopia e la presbiopia. Ma vediamo cosa può fare la vitrectomia. «La vitrectomia 27 Gauge – spiega in una nota il dottor Alberto Bellone, oculista di Torino specializzato in chirurgia refrattiva e chirurgia vitreoretinica – è una tecnica chirurgica mini-invasiva che interviene direttamente sulle cause che provocano la comparsa di questi piccoli oggetti, scientificamente chiamati miodesopsie. In meno di mezz’ora si torna a vedere bene eliminando del tutto il problema», rassicura l’oculista.

Da dove vengono le «mosche volanti»?
Questa specie di moscerini che danzano davanti agli occhi, da dove arrivano? Il vedere queste ‘mosche volanti’ è dovuto «alla degenerazione del corpo vitreo, quel gel che riempie l’occhio, che con il passare del tempo tende a dividersi nelle sue due componenti: quella liquida e quella fibrillare – chiarisce il dott. Bellone – Le fibrille vitreali si agglomerano e formano dei corpi mobili che seguono il movimento dell’occhio in tutte le direzioni. Pur non essendo di per sé pericolose per la vista – aggiunge l’esperto – evidenziano però un’alterazione del vitreo e possono essere un segnale d’allarme di malattie retiniche».

Cos’è la degenerazione maculare legata all’età?
Si tratta di una grave patologia oculare che colpisce la macula: ovvero la parte centrale della retina, che è anche la più importante per la vista. È infatti proprio essa quella che ci permette di vedere in modo chiaro e nitido il mondo che ci circonda e poter svolgere tutte le attività quotidiane come leggere, guidare, guardare la Tv eccetera.

Due forme di malattia
La maculopatia esiste in due distinte forme: la maculopatia atrofica e la maculopatia essudativa.
La prima è associata a una progressiva alterazione anatomica delle strutture retiniche come l’epitelio pigmentato e dei fotorecettori come coni e bastoncelli, che sono localizzati al centro della macula. Nella fattispecie, il ruolo dei fotorecettori è quello di tradurre gli impulsi luminosi provenienti dall’esterno in un impulso elettrico. Questo è poi elaborato e infine trasmesso attraverso le vie ottiche per giungere alla corteccia cerebrale. Quando vi sia un’alterazione si ha una significativa riduzione della capacità visiva.
La maculopatia di tipo essudativo si caratterizza per la formazione di neovasi patologici al di sotto della retina. Questi determinano delle emorragie che, a loro volta, causano la deformazione delle immagini. In tutti questi casi l’intervento dev’essere tempestivo, pena la perdita della visione centrale, dato che è un processo irreversibile.

I campanelli d’allarme
Ma quali sono i campanelli d’allarme del possibile sviluppo di una maculopatia? I principali sintomi, caratteristici della fase iniziale di una degenerazione maculare di tipo atrofico sono la necessità di aumentare la luce per poter leggere; a tutto ciò si accompagna una difficoltà nella visione notturna o, appunto, in condizioni di scarsa illuminazione. Si ha poi una netta riduzione della sensibilità al contrasto e della percezione dei colori. E, in linea generale, una progressiva riduzione della visione centrale.

Quando di aggrava
La degenerazione maculare tende a degenerare e, nella fase più grave e avanzata, non si riesce più a distinguere i volti delle persone. Spesso capita anche di percepire delle immagini ‘fantasma’ che spesso appaiono come allucinazioni (ma che, di fatto, non lo sono): questa condizione si chiama atrofia geografia.

Le cause principali
Al di là di particolari patologie, come spesso accade le cause principali sono imputabili all’età: in genere i primi problemi si presentano dopo i 40-50 anni – ma si può esserne colpiti anche da giovani. Altre cause possono essere una miopia elevata oppure traumi diretti o indiretti all’occhio. Infine concorrono alla maculopatia anche disidratazione o disordini del metabolismo. «Le mosche volanti possono comparire anche da giovani – sottolinea il dottor Bellone – l’importante è sottoporsi a un controllo medico oculista per escludere situazioni ben più serie come la rottura della retina e il distacco della stessa. In ogni caso, prima si arriva a una diagnosi e migliore sarà la prognosi per il futuro».

Come funzione la vitrectomia
«La vitrectomia mini invasiva a 27 Gauge – illustra l’oculista – permette di utilizzare una sonda ben più piccola rispetto al passato il cui diametro non arriva a mezzo millimetro. Attraverso tre fori di diametro 0,4 mm si asporta il vitreo e si possono riparare eventuali alterazioni retiniche mediante il Laser. L’intervento, che dura mediamente 20 minuti, non prevede sutura. Il paziente viene dimesso subito e può riprendere le proprie attività a distanza di un paio di giorni».

Valutare caso per caso
In medicina è sempre importante valutare caso per caso, poiché ogni paziente può necessitare di trattamenti particolari e personalizzati. Il dottor Bellone rimarca infatti che ogni caso clinico «deve essere attentamente valutato. Si tratta di un intervento che può essere indicato nei pazienti miopi affetti da degenerazione patologica del vitreo con trazioni sulla retina: la vitrectomia mini invasiva migliora decisamente la loro qualità della visione ed elimina le trazioni sulla retina».