18 aprile 2024
Aggiornato 16:30
Rimedi naturali per l’Alzheimer

Alzheimer: le funzioni cognitive migliorano con i probiotici

Finalmente uno studio condotto sugli esseri umani che mostra come i probiotici possono influenzare le funzioni cerebrali e la memoria cognitiva nei pazienti affetti da Alzheimer

Nell’ultimo decennio l’utilizzo dei probiotici è tornato alla ribalta. Con il tempo si stanno riscoprendo piccoli trucchi per il mantenimento della salute come l’utilizzo di alimenti fermentati. Un nuovo studio porta ulteriori conferme sul ruolo benefico dei micro-batteri che popolano l’intestino. Essi sarebbe importanti anche per migliorare la condizione nei malati di Alzheimer. I risultati dello studio pubblicato su Frontiers in Aging Neuroscience.

Un’esplosione di salute
Lieviti e batteri sono molto importanti per la salute del nostro intestino. Ma non solo: essi portano una cascata di ripercussioni positive per il benessere dell’intero organismo. Numerose ricerche hanno mostrato come i probiotici possono ridurre allergie, malattie da raffreddamento, problemi odontoiatrici, malattie infiammatorie e intestinali. Ma oggi si è scoperto che possono anche essere benefici per il nostro sistema cognitivo, specie nelle persone affette da malattia di Alzheimer.

I probiotici migliorano le funzioni cognitive
«I probiotici possono aumentare le funzioni cognitive, in quanto vi è una comunicazione continua a due vie tra la microflora intestinale, il tratto gastro-intestinale e il cervello, attraverso sistema nervoso, immunitario e ormoni, lungo il cosiddetto asse intestino-cervello», spiegano i ricercatori dell’Università Iraniana di Kashan.

Uno studio condotto su modello animale?
Lo studio, condotto sui topi, ha mostrato come i probiotici migliorino l’apprendimento e la memoria riducendo al tempo stesso ansia, depressione e disturbi ossessivi compulsivi. Però i ricercatori ci vanno con i piedi di piombo: fino a ieri non esisteva alcuna prova che i benefici a livello cognitivo fossero applicabili anche negli esseri umani. Per approfondire l’argomento, tuttavia, hanno scelto di reclutare persone affette da Alzheimer.

Lo studio condotto sugli esseri umani
I ricercatori hanno reclutato 52 persone di entrambi i sessi, di età compresa fra i 60 e i 95 anni, affetti da malattia di Alzheimer. Durante lo studio – della durata di tre mesi – hanno somministrato ai volontari una dose giornaliera di lattobacilli e bifido batteri. Dai risultati è emerso che i pazienti hanno beneficato di un moderato ma significativo miglioramento nel punteggio della scala ‘Mini-Mental State Examination’ (MMSE). Si tratta di un test utilizzato per valutare disturbi dell’efficienza intellettiva e del deterioramento cognitivo.

I probiotici influenzano le funzioni cognitive
«In uno studio cognitivo precedente abbiamo dimostrato che il trattamento probiotico migliora l’apprendimento spaziale alterato e la memoria nei ratti diabetici, ma questa è la prima volta che la supplementazione di probiotici ha dimostrato di apportare benefici a livello cognitivo anche negli esseri umani affetti da deterioramento cognitivo», ha dichiarato Mahmoud Salami, professore presso l’Università di Kashan (Iran). «Ciò indica che il cambiamento nelle regolazioni metaboliche potrebbe essere un meccanismo attraverso il quale probiotici influenzano il morbo di Alzheimer e, eventualmente, altri disturbi neurologici», concludono i ricercatori.