29 marzo 2024
Aggiornato 13:30
Cosmetici fai da te

Shampoo fai da te: come preparare un prodotto naturale e scegliere i tensioattivi

Preparare uno shampoo naturale scegliendo i tensioattivi naturali e più adatti alle proprie esigenze. Ricetta per uno shampoo rinforzante per capelli. Facile e veloce anche per i principianti

Come realizzare uno shampoo fai da te
Come realizzare uno shampoo fai da te Foto: Shutterstock

È più che una moda: è una scelta consapevole quella di scegliere prodotti naturali. Farli con le proprie mani, poi, permette di prediligere alcuni ingredienti piuttosto che altri e di personalizzare al massimo il cosmetico che vogliamo utilizzare. Realizzare uno shampoo, tuttavia, richiede un minimo di conoscenza di chimica e di cosmetologia. Niente paura però se si è ancora alle prime armi: questa mini-guida facile e veloce permette a chiunque di cimentarsi per la prima volta nella preparazione di uno shampoo.

Gli ingredienti principali: i tensioattivi
Gli ingredienti che contraddistinguono gli shampoo da qualsiasi altro cosmetico – come una crema o lozione – è l’utilizzo dei tensioattivi.  Questi particolari ingredienti sono tipici di qualsiasi detergente – per le persone e per la casa – perché hanno la funzione di eliminare in maniera meccanica lo sporco. I tensioattivi, infatti, fanno ‘scivolare’ germi, batteri e grassi dalla nostra pelle: in pratica finisce tutto nel lavandino o nel piatto della doccia(!).

  • Definizione di tensioattivo
    Un tensioattivo è un prodotto in grado di modificare la tensione superficie che esiste tra due superfici. La peculiarità dei tensioattivi è quella di avere una parte della molecola che è affine al grasso, quindi si lega con esso e un’altra che è affine all’acqua. In questa maniera è possibile emulsionare una parte grassa e una acquosa in un unico prodotto.

La maggior parte dei tensioattivi sono chimici
Il problema principale è che la maggior parte dei tensioattivi sono di origine sintetica, ciò significa che provengono da molecole riprodotte in laboratorio. Purtroppo questo genere di elementi sono presenti anche in prodotti classificati come naturali. Non tutti per fortuna, ma una buona parte sì. Per comprendere se un tensioattivo è naturale è sufficiente controllare il numero di atomi di carbonio: se è dispari è chimico.

  • Approfondimento: come è fatto un tensioattivo
    I tensioattivi sono formati da una molecola che possiede un gruppo idrofobo (che respinge l’acqua) e un gruppo idrofilo, cioè che si lega con l’acqua e pertanto ha anche capacità solubilizzante. La parte idrofoba è formata da una catena di idrocarburi da 10 a 20 atomi di carbonio (C). In base a quella idrofila i tensioattivi possono distinguersi in anioni, non anionici e cationici.

Come leggere le etichette degli shampoo
Per riconoscere il genere di tensioattivi che si trovano in uno shampoo è sufficiente controllare il numero che è stato inserito dopo il nome e la lettera C (Carbonio). I numeri che vanno da 12 a 18 sono generalmente di origine vegetale. I numeri dispari, inseriti nello stesso range, sono petrolchimici. Attenzione però: vi sono casi in cui le molecole di uno sono miscelate – eterossilate – con le molecole di un altro. In questo caso, troveremo un suffisso: il CH. Spesso, in seguito a tale miscelazione potrebbe formarsi il diossano: recentemente sotto accusa a causa di potenziali danni a occhi, vie respiratorie, sistema nervoso e reni. Secondo alcune teorie potrebbe anche aumentare il rischio di cancro.

  • Attenzione ai PEG
    Se nelle etichette trovate il prefisso PEG, il tensioattivo non può essere di origine naturale.

Quali tensioattivi scegliere per lo shampoo?
Anche tra i tensioattivi naturali vi sono delle differenze. Quelli definiti anionici sono contraddistinti da una carica negativa e i cationici da una carica positiva. I primi sono utilizzati quasi sempre come co-tensioattivi e hanno solitamente una buona tollerabilità. Sarebbe opportuno miscelare sempre tensioattivi di egual carica per evitare di produrre Sali e farli precipitare all’interno del prodotto. Tra i tensioattivi ionici naturali ricordiamo quello derivato dall’olio di cocco.

  • Approfondimento: accoppiali sempre con gli anfoteri
    I tensioattivi anionici andrebbero sempre accoppiati con gli anfoteri allo scopo di ridurne l’aggressività.

I tensioattivi cationici e non ionici
Come detto in precedenza, i tensioattivi cationici hanno una carica elettrica positiva e sono incompatibili con quelli a carica negativa (anionici). La differenza con gli anioni è che non svolgono una grande azione detergente, ma sono prodotti efficacissimi per lisciare i capelli ed eliminare l’effetto crespo. Per questo sono ottimi aggiunti a un balsamo o condizionatore. Infine, svolgono un buon effetto antisettico. I tensioattivi non ionici, invece, sono gli unici a essere sprovvisti di carica elettrica, fanno pochissima schiuma ma, in compenso, aiuteranno a rendere il vostro shampoo leggermente più denso e delicato. A tale scopo si può anche aggiungere una piccola quantità di Lauryl glucoside. I non ionici, in sintesi, sono un prodotto adatto alle pelli più sensibili. Sono gli unici tipi di tensioattivi che si possono miscelare con tutti gli altri. I tensioattivi derivanti dagli zuccheri generalmente appartengono a questa famiglia.

Uno shampoo delicato? Mischiali insieme
Una particolare peculiarità dei tensioattivi è quella di ridurre l’aggressività a vicenda. È pressoché inutile utilizzare un unico tensioattivo delicato, piuttosto che uno aggressivo. In realtà l’effetto dannoso dei tensioattivi tende ad annullarsi in presenza di un altro tipo di tensioattivo. Per tale ragione è auspicale, nella formulazione casalinga, utilizzarne almeno due o tre – ovviamente di origine naturale. Il mixaggio più comune è quello dato da una quantità maggiore di tensioattivo anionico e non ionico, unito a una ridotta percentuale di anfoteri.

Ricetta per uno shampoo delicato fai da te, rinforzante
Idrolato di ortica 40 ml
Babassuamidopropyl betaïne (derivato dagli acidi grassi dell’olio di Babassu) – Anfotero – 5 grammi
Decyl glucoside (derivato da alcoli dell’olio di cocco) – Non ionico – 50 grammi
Glicerina vegetale 1 grammo
Estratto di ortica 2%
Proteine della seta: 1%
Conservante: potassio sorbato 10 gocce

Preparazione
In una ciotola unire poco a poco i tensioattivi insieme alla glicerina. Unire la fase acquosa (idrolato di ortica), miscelando molto bene. Al termine aggiungere le sostanze funzionali (ortica e proteine della seta) e il conservante. Se a termine preparazione il pH dovesse essere troppo elevato è possibile aggiungere una piccola quantità di acido lattico (verificare con una striscia pH) nella fase acquosa (insieme all’idrolato di ortica).