I farmaci contro l’acidità gastrica inibitori di pompa protonica danneggiano la flora intestinale
I farmaci per ridurre l’acidità gastrica potrebbe avere un nuovo effetto collaterale: ridurre la flora batterica predisponendo l’intestino a un maggior rischio di infezioni batteriche. E non solo

Si chiamano inibitori di pompa protonica e, sicuramente, molto di voi li conoscono molto bene. Si tratta di farmaci comunemente utilizzati nel trattamento dell’ulcera peptica, dell’esofagite e del reflusso gastroesofageo. Al di là dell’indubbio fatto che molte persone trovino beneficio dal loro utilizzo, grazie a una netta riduzione dei sintomi, sono comunque prodotti non privi di effetti collaterali. Tra i tanto ormai conclamati, ne esiste uno che forse non era ancora conosciuto: l’impoverimento della flora batterica intestinale.
Cosa sono gli inibitori della pompa protonica?
Gli inibitori della pompa protonica, chiamati anche IPP o prazoli, sono farmaci che hanno lo scopo di bloccare o ridurre la produzione di acido a livello gastrico. Ne consegue una diminuzione della sensazione di bruciore o dolore che normalmente si presenta a livello gastro-esofageo. Questi, tuttavia, non vengono utilizzati solo in caso di produzione eccessiva di acidi gastrici, ma anche in casi in cui tale produzione è normale ma risale verso l’alto, come nel caso del reflusso gastroesofageo. È chiaro che questo causa un rallentamento dello svuotamento gastrico non sempre benefico, specie se la cura è protratta a lungo.
Perché si assumono gli inibitori di pompa protonica
Gli inibitori di pompa protonica agiscono inibendo l’azione di un particolare enzima gastrico, denominato anche pompa a protoni. Tale pompa viene inibita in maniera irreversibile, così facendo il pH (che di norma è intorno a 2) viene automaticamente alzato. Affinché tutto torni alla normalità è necessario che siano sintetizzate nuove pompe protoniche. E per far ciò occorrono un minimo di 18 ore, ma potrebbe volerci anche una giornata intera. Ecco perché una sola assunzione generalmente è sufficiente. Gli inibitori di pompa vengono così assunti anche per evitare gli effetti collaterali di farmaci lesivi per lo stomaco, come per esempio l’aspirina o antinfiammatori orali.
Gli effetti collaterali degli inibitori di pompa protonica
Sono molti gli effetti collaterali segnalati per questa classe di farmaci. I più comuni sono rivolti al sistema nervoso, cardiovascolare e osseo. E non solo: un uso prolungato ha mostrato che possono portare varie carenze nutrizionali come quelle di ferro, magnesio e vitamina B12, Ma un recentissimo studio [1] ha anche messo in evidenza come questi farmaci siano in grado di impoverire nettamente il microbioma intestinale. E tutti sappiamo che buona parte della nostra salute fisica e mentale dipende proprio da quella grande moltitudine di esserini che popola il nostro intestino.
Lo studio
Durante lo studio i ricercatori hanno prelevato dei campioni fecali prima e dopo un trattamento di 28 giorni con gli inibitori della pompa protonica. Dai risultati è emerso che al termine dell’assunzione vi era un netto impoverimento delle varietà che componevano il microbioma intestinale è che questo non era sempre reversibile al termine della cura.
Predispongono a infezioni intestinali
Un altro studio ha esaminato 10 farmaci di comune utilizzo che rientrano nella categoria degli inibitori della pompa protonica. L’uso di tali prodotti sembra essere correlato a un aumentano rischio di infezioni intestinali come quella causata da Clostridium. Quando il microbioma è sano, infatti, è in grado di evitare l’attacco di numero agenti patogeni. Al contrario, se è impoverito da farmaci è possibile contrarre diversi tipi di malattie.
Molte le persone esaminate
Lo studio ha coinvolto quasi duemila persone a cui è stato eseguito il sequenziamento del gene 16s rRNA per identificare la varietà della popolazione intestinale. Le persone a cui è stato eseguito il prelievo fecale durante l’assunzione del PPI avevano evidenziato un netto impoverimento del microbioma. Pare che tale effetto sia molto simile a quello causato dall’utilizzo di antibiotici orali.
Farmaci inibitori della pompa protonica
Vi sono diversi farmaci inibitori della pompa protonica. Tra questi ricordiamo l’Omeprazolo (Omeprazen, Antra, Losec, Logastric, Mepral,), il Lansoprazolo (Dakar, Prevacid, Lansox), l’Esomeprazolo (Axagon, Lucen, Inexium, Nexium), il Pantoprazolo (Inipomp, Pantoloc, Pantopan, Pantorc), il Rabeprazolo (AcipHex, Pariet), e il Ilaprazolo (Noltec).
[1] Sarzynski E, Puttarajappa C, Xie Y, Grover M, Laird-Fick H: Association between proton pump inhibitor use and anemia: a retrospective cohort study. Dig Dis Sci. 2011, 56 (8): 2349-2353. 10.1007/s10620-011-1589-y.
[2] Lam JR, Schneider JL, Zhao W, Corley DA: Proton pump inhibitor and histamine 2 receptor antagonist use and vitamin B12 deficiency. JAMA. 2013, 310 (22): 2435-2442. 10.1001/jama.2013.280490.
[3] Howden C: Vitamin B12 levels during prolonged treatment with proton pump inhibitors. J Clin Gastroenterol. 2000, 30 (1): 29-33. 10.1097/00004836-200001000-00006.
[4] Prolonged use of a proton pump inhibitor reduces microbial diversity: implications for Clostridium difficile susceptibility Charlie T Seto, Patricio Jeraldo, Robert Orenstein, Nicholas Chia
[5] Gut 2016;65:740-748 doi:10.1136/gutjnl-2015-310376. Proton pump inhibitors affect the gut microbiome Floris Imhann1, Marc Jan Bonder2, Arnau Vich Vila1, Jingyuan Fu2, Zlatan Mujagic3, Lisa Vork3, Ettje F Tigchelaar2, Soesma A Jankipersadsing2, Maria Carmen Cenit2, Hermie J M Harmsen4, Gerard Dijkstra1, Lude Franke2, Ramnik J Xavier5, Daisy Jonkers3, Cisca Wijmenga2, Rinse K Weersma1, Alexandra Zhernakova2
[6] Progetto Microbioma Italiano
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