19 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Vaccini

I vaccini «sono la salvezza», parola di Bebe Vio «Se l’avessi fatto non avrei contratto la meningite»

La campionessa paralimpica Bebe Vio parla dell’importanza dei vaccini come forma di prevenzione di molte, e serie, malattie. Il suo appello per non tralasciare di sottoporsi alle vaccinazioni che possono salvare la vita

Vaccinazioni, per Bebe Vio sono importanti
Vaccinazioni, per Bebe Vio sono importanti Foto: Shutterstock

ROMA – Sui vaccini e le vaccinazioni continua a infuriare la polemica. Come sempre, da una parte i sostenitori e dall’altra i detrattori. In mezzo a tutto questo s’inserisce la campionessa paralinpica Bebe Vio, con il suo accorato appello, di chi ha vissuto in prima persona cosa significa non essere protetti dalle malattie: «Sono la salvezza, se l’avessi fatto non avrei contratto la meningite».

Colpita a 11 anni
Intervistata da Il Tirreno, Bebe Vio racconta di come a 11 anni sia stata colpita dalla meningite fulminante. E ricorda che se fosse stata vaccinata tutto questo non sarebbe accaduto. Così, la schermitrice medaglia d’oro alle paralimpiadi di Rio diviene testimonial delle Campagne di sensibilizzazione sui vaccini.

L’attesa è stata fatale
La ragazza racconta che avrebbe dovuto essere vaccinata ma, sotto consiglio dei medici, aveva atteso di divenire un po’ più grande prima di sottoporsi alla profilassi. E, invece, la malattia la colta proprio prima del vaccino. E allora la domanda è se sia più rischioso sottoporsi ai vaccini o contrarre le malattie. A chi sostiene la tesi dei grandi rischi di effetti collaterali, la campionessa risponde così: «I rischi che comportano i vaccini sono nettamente inferiori rispetto alla probabilità di contrarre malattie e che, statisticamente, è molto meglio vaccinarsi piuttosto che non farlo. Tra le altre cose, non è scientificamente provato che il vaccino può causare l’autismo».

Sopravvivere
Bebe Vio ha raccontato anche di come abbia dovuto sottoporsi alle drammatiche amputazioni alle gambe, resesi necessarie dopo l’esordio della malattia. «Ho accettato le amputazioni – spiega Bebe – perché sapevo che mi avrebbero permesso di sopravvivere. Durante le medicazioni che dovevo fare senza anestesia a casa, provavo dolori fortissimi e un giorno ho minacciato di buttarmi giù dal letto. Mio papà, per smorzare la tensione, giustamente mi disse che sarebbe stato meglio buttarsi dalla finestra perché dal letto non mi sarei fatta nulla».

Finché c’è vita…
La meningite e solo una delle malattie che possono causare gravi complicazioni – come anche la morte. Ci sono certo anche altre infezioni da cui è bene proteggersi. Ma per chi è costretto ogni giorno a lottare contro un male grave, la campionessa indirizza il suo pensiero e invito a non mollare mai. «Il futuro è davanti a voi – conclude Bebe – nessuno più di me può dire finché c’è vita, c’è speranza».