19 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Salute

Influenza, a Parma il primo ceppo del virus A trovato in un bambino di 3 anni

L’influenza è arrivata in Italia con grande anticipo a seguito di un caso accertato su un bambino profugo della Libia, giunto su un gommone, e ricoverato il 3 settembre con febbre alta

Influenza, primo caso della stagione a Parma
Influenza, primo caso della stagione a Parma Foto: Shutterstock

PARMA - Siamo solo a settembre e già si parla di influenza, molto in anticipo rispetto al periodo canonico in cui fa la sua comparsa il virus. E’ infatti stato identificato a Parma il primo ceppo della stagione di un sottotipo H3 del virus di specie A. Il caso su un bambino di quasi tre anni e mezzo giunto in Italia dalla Libia su un gommone di profughi.

Il caso
La scoperta che la febbre alta e la compromissione bronchiale che affliggeva il piccolo marocchino di nascita, ma residente in Libia, era causata dal virus influenzale è giunta dopo gli accertamenti eseguiti dall’Università di Parma. Il piccolo di quasi tre anni e mezzo era infatti stato ricoverato il 3 settembre dopo cinque giorni dal suo arrivo in Italia a bordo di un gommone, insieme a un gruppo di profughi.

Dimesso
Grazie alle cure prestategli, e dopo che la febbre è calata, il piccolo è stato dimesso il 7 settembre. Tuttavia, resta il fatto che il virus dell’influenza A, sottotipo H3, è entrato in Italia – e ora bisognerà attendere per vedere se questo rimarrà un caso a sé fino alla stagione in cui la sua diffusione avviene normalmente, o se ci si deve aspettare un’epidemia anticipata.

Non solo inverno
L’episodio dimostra che i virus influenzali possono pertanto circolare anche in altre stagioni. «Il risultato ottenuto – spiegano dall’Università di Parma – sottolinea come la circolazione dei virus influenzali non sia limitata alla sola stagione invernale, in cui si concentra il picco epidemico, ma si estenda a tutti i periodi dell’anno, causando casi sporadici in soggetti, come i bambini, che non avendo fatto esperienza di precedenti infezioni con tali virus sono più suscettibili degli adulti a infettarsi e ad ammalarsi». Il verificarsi di episodi ‘fuori stagione’ favorisce una maggiore e continua circolazione di questo genere di virus che, a sua volta, promuove la formazione di varianti sempre nuove, che poi si diffondono con l’inizio di una nuova stagione epidemica. Intanto staremo a vedere.