28 agosto 2025
Aggiornato 07:00
Ricerca e diabete

Diabete, in arrivo una pillola che eviterà le dolorose iniezioni

Una pillola completamente innovativa potrebbe finalmente dire addio alle dolorose e continue iniezioni nei pazienti diabetici. I test dimostrano un’ottima efficacia e biodisponibilità dell’insulina

La pillola per il diabete
La pillola per il diabete Foto: Shutterstock

NEW YORK - Buone news per i diabetici di tutto il mondo. Alcuni ricercatori sembrano aver finalmente trovato la soluzione per dire addio alle dolorose – e continue – iniezioni che i pazienti diabetici sono costretti a fare. Un team di ricercatori americani è infatti riusciti a dar vita a un nuovissimo metodo di somministrazione orale che permette di gestire i livelli di zucchero nel sangue in maniera efficace e rapida.

L’insulina in una pillola
I ricercatori sono riusciti a richiudere il principio attivo in una semplice pillola, grazie a un metodo innovativo di incapsulamento che permette di fornire l’insulina all’organismo senza bisogno di alcuna iniezione. La capsula è formata da una base lipidica contenenti microparticelle. Ciò consente di entrare nel circolo ematico senza che venga intaccato dagli acidi dello stomaco. Questi, infatti, in condizione normali la degraderebbero prima che possa essere fruibile dall’organismo. Invece la nuova pillola riesce ad arrivare sana a livello intestinale e, di conseguenza, nel circolo ematico.

  • Approfondimento: cos’è il diabete
    Il diabete è una malattia metabolica caratterizzata da un aumento dei livelli di zucchero nel sangue. si tratta di una patologia cronica provocata da una ridotta secrezione – funzionalità – dell’insulina. Quest’ultimo è un ormone prodotto da pancreas che permette al glucosio di essere sfruttato al meglio a livello cellulare per essere utilizzato come fonte energetica.

La differenza è nelle capsule
A fare la vera differenza sono le vesciche che contengono il principio attivo, realizzate con molecole lipidiche naturali – definite, in inglese, Cholestosomes -  totalmente differenti da altre pillole che veicolano farmaci di varia natura e che sono realizzate con liposomi. «La maggior parte dei liposomi devono essere confezionati in un rivestimento polimerico per la protezione. Qui, stiamo solo usando semplici esteri di lipidi al fine di permettere alle vescicole di trasportare le molecole di droga», spiega Mary McCourt, professore presso la Niagara University di New York (Stati Uniti).

  • Approfondimento: differenza tra diabete di tipo 1 e diabete di tipo 2
    Si stima che il diabete di tipo 1 possa interessare una fetta della popolazione relativamente ridotta: circa il 10 percento dei diabetici è affetto da tale forma. A differenza del diabete di tipo 2, insorge in giovane età, entro l’adolescenza. La ridotta secrezione di insulina è causata dalla distruzione delle cellule beta che la producono. Va da sé che chi soffre di diabete di tipo 1 dovrà eseguire iniezioni tutta la vita. Il restante 90 percento dei casi, appartiene al diabete di tipo 2 causato, probabilmente, da un insieme di fattori come la sedentarietà, la familiarità e il sovrappeso. In genere si sviluppa in maniera molto graduale dopo i trenta-quarant’anni.

Prove della resistenza
Test effettuati per mezzo di computer sono riusciti a dimostrare che dal momento in cui i lipidi vengono uniti per mezzo di sfere, sono in grado di formare particelle neutre in grado di resistere in maniera efficace all’attacco degli acidi gastrici. In tal modo è possibile inserire al loro interno i principi attivi, senza che siano degradabili all’interno dello stomaco. Quando i Cholestosome arrivano a livello intestinale, le particelle vengono assorbite per poi entrare nel flusso ematico. Qui grazie a particolari cellule, le vesciche vengono rotte e finalmente si ottiene il rilascio di insulina.

  • Approfondimento: le complicazioni del diabete
    I pazienti diabetici, se non curano efficacemente la patologia, potrebbero incorrere in diversi problemi come la retinopatia diabetica, le malattie cardiovascolari, forme di nefropatie e neuropatie.

Un’elevata biodisponibilità
Diversi studi condotti su modello animale, hanno consentito di dimostrare come questo genere di formulazioni, quando caricate con insulina, sono estremamente efficaci grazie alla loro biodisponibilità elevatissima. Non a caso, esse si rompono proprio a livello del flusso sanguigno, esattamente dove dovrebbe trovarsi l’insulina in un organismo sano. I risultati sono stati presentati al 252° National Meeting and Exposition dell’American Chemical Society (ACS) di Philadelphia.