Tumori, scoperta una molecola che sopprime la crescita del melanoma
Scoperta a Napoli, presso lʼIstituto Pascale, una molecola che sopprime la crescita del melanoma, il più maligno cancro alla pelle. Lo studio, finanziato da Airc, ha trovato che i nei normali presentano questa particella, che tuttavia diminuisce alla presenza di cellule malate
NAPOLI – Un nuovo passo avanti nella lotta al melanoma, il più maligno e aggressivo dei tumori della pelle. Grazie a un team di ricercatori italiani dellʼIstituto Pascale, e condotto grazie al sostegno dell’AIRC e in collaborazione con il laboratorio di Carlo Croce dell’Università di Columbus negli Stati Uniti, lo studio ha scoperto la presenza di una molecola che è comune nei nevi (nei cutanei) sani o normali, che può agire come soppressore della crescita del cancro.
La molecola
Si chiama miR-579-3p, ed è una molecola che appartiene alla classe dei microRNA. Gli scienziati, guidati dal direttore scientifico, Gennaro Ciliberto, e dal direttore della struttura complessa di Oncologia medica Melanoma, Paolo Ascierto, hanno trovato che la molecola agisce come soppressore della crescita tumorale. Nello specifico, si trovato come miR-579-3p controlli la generazione di due importanti proteine, o oncogeni, che promuovono la crescita del tumore.
La trovi nei nevi
I nevi, o più comunemente ‘nei’, pare contengano in abbondanza la molecola miR-579-3p. Accade tuttavia che a mano a mano che il melanoma cresce e diviene più aggressivo, la quantità di miR-579-3p diminuisce sempre più. Infine, nei melanomi divenuti resistenti ai farmaci o ai trattamenti inibitori di Braf e di Mek, la sua presenza si riduce al lumicino.
La soluzione
Per combattere il tumore maligno la soluzione potrebbe dunque essere un’azione diretta sulle cellule cancerose. Come riportato sulla rivista scientifica PNAS, su cui è stato pubblicato lo studio, quando la molecola miR-579-3p viene unita alle cellule tumorali per via esterna, i livelli degli oncogeni calano drasticamente e le cellule tumorali iniziano a morire. Altra scoperta fondamentale è stata che unendo l’azione della somministrazione della molecola ai farmaci inibitori di Braf e Mek viene impedita la formazione di cellule resistenti ai farmaci per il trattamento del melanoma. «Alla luce di questi risultati, si può aprire la possibilità di utilizzare attraverso approcci nanotecnologici il miR-579-3p come farmaco per migliorare le attuali terapie. Inoltre, si potranno misurare i livelli del miR nel sangue come nuovo biomarcatore per predire in maniera precoce l’evoluzione dalla malattia e lo sviluppo di resistenza alle terapie», conclude il dott. Gennaro Ciliberto.