12 ottobre 2025
Aggiornato 07:30
Salute

Diabete: addio alle iniezioni d’insulina. Trapiantate cellule del pancreas su un 41enne a Milano

All’Ospedale Niguarda di Milano sono state trapiantare cellule del pancreas in un paziente diabetico. Il primo caso in Europa che segna un passo concreto nella lotta al diabete, che può far dire addio alle iniezioni di insulina

MILANO – Si è concluso con un successo il primo trapianto di cellule del pancreas eseguito in Europa – il quarto al mondo. A essere stato oggetto di questo innovativo intervento è stato un 41enne affetto da diabete di tipo 1. Gli esperti ritengono che l’uomo, che convive con la malattia dall’età di 11 anni, «ora non ha più bisogno di auto-somministrarsi insulina».

Un concreto passo avanti
L’intervento eseguito all’Ospedale Niguarda di Milano si presenta come un concreto passo avanti nella lotta al diabete. Potrebbe essere la risposta alla schiavitù da farmaci e da iniezioni di insulina, e questo grazie al trapianto di isole pancreatiche, cioè quelle cellule che producono insulina. L’operazione chirurgica cui si è sottoposto il paziente è mini-invasiva, per cui non ha comportati gli stessi problemi che possono esserci quando si tratta di trapianti. «La nuova procedura sperimentale – spiegano gli specialisti – è stata messa a punto dal Diabetes Research Institute, un centro di eccellenza diretto da Camillo Ricordi all’Università di Miami, dove sono stati seguiti i primi due casi al mondo».

Prima era il fegato
Vi è una sostanziale differenza tra le tecniche adottate sino a oggi e questa nuova tecnica. Così come spiega il direttore di Chirurgia Generale e Trapianti, Luciano De Carlis: «Attualmente le cellule insulari vengono infuse nel fegato, ma molte di esse non sopravvivono in questo ambiente, a causa di una reazione infiammatoria che ne compromette il funzionamento». Cosa che invece non accade con la nuova tecnica. Questa, infatti, prevede l’iniezione di cellule nell’omento – che è il tessuto che ricopre e protegge gli organi dell’addome – per mezzo della chirurgia videolaparoscopica.

Nuove vie di sperimentazione
Oltre a segnare una nuova epoca nella tecnica dei trapianti, l’intervento apre la via a nuove sperimentazione. «Questa tecnica di ingegneria tissutale – sottolineano gli scienziati – sarà fondamentale per permettere la sperimentazione clinica di nuove tecnologie per evitare l’uso di farmaci anti-rigetto, che oggi limitano l’applicabilità del trapianto di isole ai casi più gravi di diabete».

La tecnica
Ma come si è proceduto al trapianto? Le isole pancreatiche ottenute da un donatore sono state inglobate in una sorta di impalcatura biologica, combinando il plasma del paziente con la trombina, spiegano gli esperti. «Queste componenti – aggiungono – quando unite, creano una sostanza gelatinosa che si attacca all’omento e mantiene le isole in quella posizione. L’organismo assorbe gradualmente il gel lasciando le isole intatte, mentre si formano nuovi vasi sanguigni che forniscono l’ossigenazione e gli altri nutrienti necessari per la sopravvivenza delle cellule».

L’evoluzione
Si è dunque giunti a un punto importante nella lotta al diabete, e non solo. L’evoluzione di tecniche come queste permetterà di avere sempre più armi efficaci contro le malattie. Nello specifico, concludono gli specialisti, «si punta a ottenere una sopravvivenza più prolungata delle isole pancreatiche rispetto a quanto avviene per l’infusione nel fegato. In futuro sarà possibile anche applicare microcapsule e altri dispositivi per ridurre la necessità della terapia immunosoppressiva».