25 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Sanità

Mortalità evitabile, sui dati Eurostat le dichiarazioni dell’Iss e di Lorenzin: «Il nostro Paese ha performance migliori della media europea»

A seguito dell’uscita dei dati pubblicati nello studio Eurostat sulla mortalità evitabile, arriva il commento di Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministro della Salute Beatrice Lorenzin

Mortalità evitabile, i commenti
Mortalità evitabile, i commenti Foto: Shutterstock

ROMA – Sono appena stati pubblicati i dati relativi alla mortalità evitabile, secondo lo studio Eurostat. A seguito di ciò, sono usciti anche i commenti del presidente dell’ISS, Walter Ricciardi e del ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

Componenti importanti
Nel comunicato dell’ISS si legge che «i dati dello studio appena pubblicato sulla mortalità evitabile indicano alcune componenti importanti sullo stato di salute del Paese:
- L’Italia ha performance migliori della media europea e anche di altri servizi sanitari come quelli di Gran Bretagna e Svezia
- Il lavoro avviato nei passati 3 anni è focalizzato su un ulteriore miglioramento di queste performance attraverso l’appropriatezza organizzativa e professionale perseguita attraverso misure sia regolamentari (es. Regolamento per gli standard organizzativi e funzionali delle strutture ospedaliere) sia di lavoro comune con i professionisti per mettere al centro delle strategie diagnostiche e terapeutiche le migliori pratiche per il paziente.
- Gli investimenti in prevenzione che il Paese intende avviare a partire dai prossimi LEA consolideranno inoltre la strategia di prevenzione di malattie e la riduzione della mortalità evitabile.

Il parere del Ministero della Salute
Anche Beatrice Lorenzin ha commentato i dati Eurostat. «I dati Eurostat sulla mortalità evitabile si riferiscono al 2013 – spiega la Lorenzin nel comunicato del Ministero – e per quanto ci riguarda, come dice il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, prof. Ricciardi, indicano che il nostro Paese ha performance migliori della media europea. E’ chiaro che questo risultato va migliorato. Negli ultimi tre anni abbiamo incentivato investimenti in prevenzione, che devono continuare a crescere. L’approvazione dei nuovi Lea, un grande lavoro che abbiamo ultimato e che adeguano i livelli essenziali di assistenza fermi dal 2001, fornirà uno strumento fondamentale per la riduzione della mortalità evitabile. E nel frattempo abbiamo lavorato sull’appropriatezza organizzativa e professionale, che mette al centro strategie diagnostiche che devono trovare attuazione in tutte le Regioni italiane, anche in quelle che oggi fanno fatica ad adeguarsi ai moderni standard organizzativi. Noi abbiamo un tema aperto, ed è quella della diseguaglianza tra le sanità regionali. I nostri sforzi tendono a migliorare ancora la qualità in quelle regioni che hanno secondo tutte le statistiche rappresentano eccellenze di livello europeo e alzare il livello delle regioni che sono rimaste indietro».

Risultati che si vedranno nel tempo
«I risultati del nostro lavoro si vedranno nel tempo – prosegue la Lorenzin – Oggi, per quanto riguarda le mortalità evitabile, le statistiche ci pongono a livello della Germania e in posizioni migliori di sistemi evoluti come la Gran Bretagna o la Svezia, ma l’Italia, con il suo sistema universalistico riconosciuto tra i migliori del mondo, deve puntare a essere primo anche in questa statistica. Come giustamente sottolineato dalla direzione della prevenzione del Ministero, quello che però conta di più nella verifica della mortalità sono i tassi pesati per classi di età, essendo, come detto, l’Italia un Paese molto più anziano di altri, anche in ambito europeo. Infatti, vediamo come il pur buon posizionamento dell’Italia, considerando i valori assoluti della mortalità evitabile, diviene molto più chiaro, con una diminuzione di tasso di mortalità standardizzato tra il 2012 e il 2013 dall’89.6 per 100mila a all’85 per 100mila, trovandosi il nostro Paese al secondo posto in Europa appena dopo la Spagna e molto prima di tutti gli altri Stati Membri. Se si considera la statistica più estesa della mortalità prevenibile (che comprende anche quella evitabile) il nostro Paese è di gran lunga il migliore in Europa, con un tasso che da 150,7 per 100mila è passato a 143,5 per 100mila, molto migliore ad esempio del 199,2 della Germania, 174,5 dell’Olanda e della Francia, al 205,9 dell’Austria, al 195,4 della Gran Bretagna».

Quanto ai vaccini però…
Un dato negativo però c’è, e riguarda i vaccini. «L’unico dato negativo su cui è indispensabile riflettere – sottolinea il ministro della Salute – è l’aumento della mortalità evitabile da patologie infettive, peraltro condiviso a livello europeo. Questo dato riscontra la caduta delle coperture vaccinali (soprattutto nell’adulto e nell’anziano) e la diffusione dell’antimicrobico-resistenza, con conseguente diffusione di patologie settiche soprattutto in ambito ospedaliero, che colpiscono soggetti anziani e defedati, per cui la terapia antibiotica si rivela inutile».