13 agosto 2025
Aggiornato 20:30
Approfondimenti: la flebite

Flebite: dai sintomi alle cure più efficaci

Le terapie, le cure naturali, l’alimentazione da seguire e la diagnosi. Tutto ciò che c’è da sapere sulla flebite

Terapie, sintomi e cure per la flebite
Terapie, sintomi e cure per la flebite Foto: Shutterstock

Che l’esordio sia improvviso o meno una cosa è certa: la flebite causa non pochi fastidi agli arti inferiori. Nonostante si tratti di un disturbo molto comune e particolarmente diffuso tra le donne, sono ancora pochissime le persone che adottano adeguate misure preventive. Tuttavia riconoscere la propria predisposizione e i campanelli di allarme, è fondamentale per evitare spiacevoli conseguenze.

Cos’è la flebite
La flebite nient’altro è che un’infiammazione delle vene. Nella maggior parte dei casi viene coinvolta una vena superficiale – in tal caso si parla di flebite superficiale, varicoflebite. Più raramente vengono coinvolte vene situate in profondità con lo sviluppo di piccoli coaguli. Questa è la tromboflebite. Se i coaguli si sviluppano più in superficie, il termine corretto è Trombosi Venosa Superficiale (TVS). In linea di massima la flebite o la tromboflebite interessa gli arti inferiori, ma è bene dire che l’infiammazione potrebbe estendersi a qualsiasi vena del corpo.

Le cause principali della flebite
La causa più importante è la familiarità. Non è affatto raro avere flebiti o tromboflebiti se i propri genitori o i nonni ne hanno sofferto prima di noi. Ci sono poi altri fattori che potrebbero incidere notevolmente sulla loro comparsa. Tra questi l’abuso di alcol, fumo, alcuni tipi di farmaci (antidepressivi, antibiotici, chemioterapici, celecoxib, olanzapina, pillola anticoncezionale), iniezioni e traumi. Un’altra causa abbastanza comune è il dover stare nella stessa posizione, fermi, e per molto tempo – peggio se in piedi.

  • Quanto è grave la flebite?
    Esiste una scala di valutazione della gravità della patologia, denominata Visual Infusion Phlebitis Score che viene indentificata durante l’inserimento di un catetere venoso periferico (CVP) che permette l’accesso diretto a una determinata vena. Questo perché l’inserimento meccanico dell’ago è sempre stata una delle maggiori cause di flebite da trauma. La scala ha un indice che va da 0 a 5.
    0: Il sito di inserzione è integro e sano - Nessun segno di flebite.
    1: Il paziente dichiara di avere un leggero dolore o arrossamento – potrebbe essere un sintomo di flebite.
    2: Si manifesta gonfiore o eritema: la flebite potrebbe essere al primo stadio. In questo caso è necessario che il medico rimuova la cannula.
    3: Il dolore si diffonde per tutta la vena, c’è indurimento ed eritema: la flebite è a uno stadio medio. E’ importante rimuovere immediatamente la cannula.
    4: Il dolore è evidente per tutto il decorso della vene, c’è un forte indurimento e un cordone facilmente identificabile. La Flebite è allo stadio avanzato con probabile tromboflebite. La cannula deve essere rimossa e la flebite trattata.
    5: Oltre ai segni precedenti potrebbe esserci un’alterazione della temperatura corporea. C’è sicuramente in atto una tromboflebite. È necessario un trattamento immediato.

Fattori di rischio per la flebite
Vi sono poi diversi fattori di rischio che possono aumentare notevolmente la probabilità di sviluppare una flebite. La più comune è una degenza prolungata su un letto o su una sedia rotelle. In questo caso è d’obbligo indossare le apposite calze elastiche. Ne è particolarmente soggetto chi ha sofferto di un ictus o un tumore o chi ha assunto sostanze che aumentano la coagulazione sanguigna. Ma anche chi possiede un pacemaker, chi soffre di obesità o le donne durante la gravidanza.

La tromboflebite
La troboflebite è un disturbo caratterizzato da un’infiammazione delle vene e dalla formazione di trombi (coaguli). Il rischio è minore se si tratta di una vena superficiale e degli arti inferiori. Decisamente più alto se coinvolge una vena profonda del collo. Se il trombo si sposta facilmente all’interno dei vasi sanguigni si parla di embolo. Questo può diventare molto pericoloso se ostruisce un’arteria polmonare, causando la cosiddetta embolia polmonare. Tale patologia si manifesta in maniera del tutto asintomatica nel 33% dei casi.

I sintomi principali della flebite
I sintomi principali della flebite sono dolore alla vena colpita – specie in seguito a pressione con le dita o durante l’esercizio fisico. La pelle diviene arrossata, molto calda e in alcuni casi si sviluppa un edema – ovvero un accumulo di liquido nella zona circostante. Non sono rari i casi in cui si forma anche un piccolo nodulo facilmente percepibile al tatto. Questo potrebbe perdurare anche a risoluzione dell’infiammazione. Se si tratta di una vena profonda potrebbe non esserci arrossamento a livello superficiale.

Come si esegue la diagnosi di flebite
Per eseguire la diagnosi di flebite, il medico curante potrebbe richiedere un ecocolordoppler che stabilisca la gravità e l’estensione della patologia. Di norma l’esame viene effettuato anche a livello delle giunzioni safeno-femorale e safeno-poplitea: due zone direttamente collegato con il sistema venoso più profondo.

Le cure della flebite
Gli interventi in caso di flebiti e tromboflebiti riguardano alcuni tipi di farmaci e, nei casi più seri, la chirurgia.  Inizialmente, se la forma non è grave, si può fare il bendaggio elastico compressivo all’ossido di zinco, facilmente attuabile anche in casa. Se il problema è leggermente più serio la terapia farmacologica di routine è l’utilizzo di eparina a basso peso molecolare. In caso di alto rischio di embolia polmonare è necessario assumere anticoagulanti per almeno un mese.

I rimedi naturali per la flebite
Tra i rimedi naturali più classici c’è l’oleolito di calendula da utilizzare per massaggio quotidiani agli arti inferiori. Per via interna è molto utile il macerato glicerinato di ribes nero associato a quello di noce. Ottime anche le docce calde e fredde alternate che migliorano la circolazione sanguigna. Ovviamente, il tutto associato a dell’esercizio fisico moderato. Ottime le camminate – banditi gli esercizi fisici intensi che potrebbero peggiorare il problema, come per esempio il body building.

L’alimentazione per la flebite
È importante seguire un’alimentazione semi-integrale, prediligendo cibi che migliorano la circolazione sanguigna. Tra questi l’aglio, la cipolla i porri e lo scalogno. Da non dimenticare un buon apporto idrico anche attraverso l’assunzione di frutta e verdura. Ottime le bevande a base di succo di limone e mirtilli (sena zucchero) da bere durante la giornata. Vanno invece diminuiti i latticini troppo stagionati e le carni rosse.