19 marzo 2024
Aggiornato 07:30
Trapianti

Sarò di nuovo un uomo: eseguito il primo trapianto di pene in Usa

Il primo trapianto di pene negli Usa su un uomo di 64 anni. L’uomo, vittima di un tumore: «Voglio tornare quello che ero». Dopo quindici ore di intervento, i medici sono cautamente ottimisti

Trapianto di pene, eseguito il primo in Usa
Trapianto di pene, eseguito il primo in Usa Foto: Shutterstock

BOSTON – E’ stato eseguito al Massachusetts General Hospital di Boston il primo trapianto di pene negli Usa. L’intervento, durato quindici ore, è stato operato su un uomo di 64 vittima di un tumore a cui l’organo era stato a suo tempo rimosso. Ora, il paziente spera di tornare quello che era un tempo.

Tornare e essere uomo
Già essere vittime di un cancro non è una bella esperienza. Se poi il male va a intaccare parti del corpo più ’’sensibili’’, come possono essere il seno o gli organi genitali di una donna o, come in questo caso, il pene di un uomo, tutto ciò può anche avere pesanti risvolti psicologici. E non infatti un caso che Thomas Manning, un bancario di Halifax, dopo l’intervento di trapianto di pene abbia dichiarato: «Voglio tornare quello che ero», così come riportato dal New York Times.

Da un cadavere
L’organo trapiantato ala paziente è stato prelevato da un cadavere e l’intervento è riuscito. Tuttavia, il coordinatore dell’operazione, dott. Curtis L. Cetrulo ha dichiarato: «Siamo cautamente ottimisti», aggiungendo che è stato come navigare in acque inesplorate. Il trapianto, sottolineano i medici è stato sperimentale ed è parte di un programma di ricerca avviato in prima battuta per aiutare i veterani vittime di gravi lesioni pelviche, che si è naturalmente esteso ai malati di tumore e a chi è stato vittima di un incidente stradale.

Recuperare e ritrovare la vita
L’intervento è riuscito, però adesso si dovrà attendere che tutto funzioni come dovrebbe. Per dunque cantare vittoria il paziente dovrà riprendere la funzione urinaria e, nel giro di qualche mese, anche quella sessuale. Il dott. Cetrulo ha fatto sapere che c’è già un altro paziente in attesa di un donatore, che potrà essere sottoposto al trapianto. L’uomo è stato vittima di un incidente d’auto in cui ha riportato gravi ustioni. Quello del trapianto di pene può sembrare cosa di poco conto ma, come ha spiegato il dottor Cetrulo, i tassi di suicidio sono elevati nei soldati che hanno riportato gravi danni ai genitali. E basti pensare che dal 2001 al 2013 sono 1.367 militari che hanno subìto lesioni genito-urinarie durante le missioni in Iraq o in Afghanistan, per rendersi conto di come il problema sia diffuso e siano in molti a sperare in una soluzione. «Si tratta di ragazzi di 18-20 anni, che sentono di non avere speranze di una vita intima e sessuale», ha spiegato Cetrulo.