25 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Salute e cervello

Correre è salutare: fa crescere e ringiovanisce il cervello, in più combatte l’Alzheimer

Un regolare esercizio fisico, come il correre, fa bene anche alla salute del cervello. L’attività aerobica può ringiovanire il cervello di due anni, farlo crescere e anche proteggere dalle malattie degenerative come l’Alzheimer

Correre fa bene anche al cervello
Correre fa bene anche al cervello Foto: Shutterstock

NEW YORK – Che l’attività aerobica come il correre faccia bene ormai è risaputo. Ma gli effetti benefici che si possono ottenere si sono sempre riferiti alla salute cardiovascolare e a quella muscolare. Poco forse si era considerato quelli che potevano essere gli effetti sul cervello, ma ora diversi studi mostrano che il cervello ne ottiene molti, e tutti utili.

Migliora la circolazione
Prima di tutto, quello che i ricercatori dell’Università del Kentucky hanno scoperto con il loro studio pubblicato sulla rivista NeuroImage, è che chi fa attività fisica come il correre vede svilupparsi il proprio cervello e migliorare la circolazione sanguigna con evidenti benefici a livello cerebrale, ottenuti anche da un maggior apporto di ossigeno.

Cresce e si protegge
L’attività fisica moderata, come anche il passeggiare, è altrettanto benefica. Questo lo hanno invece dimostrato i ricercatori dell’Università di Pittsburgh, con uno studio in cui si evidenzia come una passeggiata tre volte alla settimana basta a far aumentare fino al 2 per cento le dimensioni dell’ippocampo e di altre aree del cervello. Questa azione pare corrisponda a due anni di ringiovanimento cerebrale.

Anche contro la malattia di Alzheimer
La corsa pare proteggere anche contro la malattia di Alzheimer, così come evidenziato da un altro studio condotto dal National Institutes of Health del Maryland. Qui i ricercatori hanno utilizzato due diversi gruppi di cavie da laboratorio: il primo gruppo è stato posto in gabbie dotate di ruota per correre, mentre il secondo gruppo in gabbie prive di ruota. Trascorso il tempo di osservazione, i ricercatori hanno analizzato gli effetti sul cervello dell’attività o dell’inattività. In particolare, si è scoperto che nell’ippocampo del gruppo messo nella gabbia con la ruota vi erano in numero fino a tre volte maggiore di cellule cerebrali rispetto al gruppo senza la ruota nella gabbia. L’ippocampo, lo ricordiamo, è una delle regioni cerebrali a essere colpita per prima e in maggior misura dalla malattia di Alzheimer.