20 aprile 2024
Aggiornato 01:30
Medicina

I 7 interventi chirurgici di emergenza che possono ucciderti

Sono sette i tipi di operazioni chirurgiche generali d’emergenza che possono essere mortali. Tra queste, operazioni di routine come appendicectomia e la rimozione della cistifellea, sono i casi più frequenti di morte dei ricoverati. Ecco i risultati di uno studio

La chirurgia d'emergenza può essere molto pericolosa
La chirurgia d'emergenza può essere molto pericolosa Foto: Shutterstock

BOSTON – C’è un gruppo di interventi chirurgici generali di emergenza che rientra nella triste classifica di quelli che più sono a rischio di morte. Sono quelle operazioni eseguite dopo l’arrivo al Pronto Soccorso di un paziente che necessita di un intervento urgente o più o meno immediato (entro due giorni dal ricovero). Gli esperti hanno stilato la classifica delle operazioni più a rischio.

Le più temibili sono anche le più classiche
Non si pensi che a detenere l’infelice primato siano operazioni chirurgiche estremamente difficili o particolari. A essere considerate le più ’’mortali’’ per il paziente sono infatti quelle per così dire più comuni o di routine: rimozione dell’appendice (o appendicectomia), rimozione della cistifellea, rimozione parziale del grande o piccolo intestino, un intervento per riparare un’emorragia o un’ulcera lacerata, la chirurgia addominale e la separazione di organi addominali che hanno aderito l’un l’altro. Lo studio pubblicato su JAMA Surgery ha, inoltre, trovato che queste operazioni rappresentano anche l’80% delle complicanze da chirurgia generale di emergenza.

Più a rischio è l’addome e i suoi problemi
«Il nostro tratto gastrointestinale è così specializzato e così importante per la nostra esistenza. Pensiamo che sia facile da operare, ma poi in pratica è molto difficile – spiega il dott. Joaquim Havens, autore senior dello studio e insegnante traumi e chirurgia d’urgenza al Brigham and Women’s Hospital di Boston – Abbiamo scoperto che anche i pazienti che si sottopongono a un intervento chirurgico a cuore aperto possono avere risultati migliori rispetto ai pazienti che si sottopongono a un intervento chirurgico intestinale aperto».

L’emergenza è più rischiosa
I ricercatori, così come i medici, sanno che la chirurgia generale di emergenza è intrinsecamente più rischiosa, perché viene eseguita con poca o nessuna pianificazione anticipata o una preparazione su pazienti che si trovano in gravi difficoltà, ha sottolineato il dott. Havens. Di norma, i pazienti arrivano affetti da sanguinamento gastrointestinale, occlusione intestinale o gravi infezioni del tratto digestivo. Tutti questi, precisano i ricercatori, hanno fino a 8 volte più probabilità di morire in seguito a un’operazione d’emergenza rispetto ai pazienti che si sottopongono alla stessa procedura su base elettiva. I ricercatori ritengono che per ridurre l’incidenza sulla mortalità degli interventi d’urgenza, le persone dovrebbero prendersi più cura della propria salute, in modo da non dover ricorrere a queste emergenze, ma pianificando con correttezza eventuali interventi che si rendano necessari.