19 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Un libro dedicato a tutti

Comprendere e migliorare la vita affettiva e sessuale nei paraplegici

La dottoressa Monica Cappello, Psicologa e Sessuologa a Torino, ha appena pubblicato un libro in cui affronta un tema delicato: La vita affettiva e sessuale nei paraplegici. Un volume utile sia a coloro che ne sono interessati che alle famiglie dei pazienti

TORINO ─ La dott.ssa Monica Cappello, psicologa e sessuologa che i lettori di Diario Salute e Diario del Web già conosceranno per i suoi interventi video, ha da poco pubblicato un libro che affronta un tema delicato, ma interessante: la vita affettiva e sessuale nei paraplegici, che anche il titolo del libro. Ne abbiamo parlato con lei.

Handicap e sessualità
Di cosa tratta esattamente il suo libro «La vita affettiva e sessuale nei paraplegici»?
«Ho preso in considerazione il problema dell’affettività e della sessualità nelle persone portatrici di handicap, focalizzando l’attenzione sull’handicap fisico-motorio e, in particolare, sulla paraplegia ─ ci spiega Monica Cappello ─ La paraplegia è la paralisi parziale o completa di entrambi gli arti inferiori e di una parte o di tutto il tronco, in conseguenza di un danno al midollo spinale nel tratto toracico o lombare o alle radici sacrali. Quando si parla di affettività e sessualità in una persona disabile, emergono molti pregiudizi e atteggiamenti di rifiuto, accompagnati dalla tendenza a ignorare del tutto questo argomento ─ prosegue la sessuologa ─ La persona portatrice di handicap vede, troppo spesso, negato il suo diritto di vivere serenamente la propria vita affettiva e sessuale».

Considerare i sentimenti
Il paraplegico (o portatore di handicap) è prima di tutto un essere umano, con i suoi bisgoni e sentimenti. «Il portatore di handicap è spesso identificato con il suo deficit ─ sottolinea la dott.ssa Cappello ─ negandogli così la complessità dei suoi sentimenti, della sua originalità, dei suoi bisogni. Soprattutto i bisogni sessuali del soggetto disabile sono «semplicemente» dimenticati dalle persone normodotate.  E’ molto importante capire che le persone portatrici di handicap hanno, come gli altri, un costante desiderio di affetto, di contatti fisici, di essere toccati con calore e con amore ma, come tutti, trovano a volte difficile esprimere il loro desiderio sessuale in modo soddisfacente».

Sensibilizzare gli indifferenti
Spesso è facile essere indifferenti, specie quando i problemi riguardano gli altri e non ci toccano di persona. «Bisogna cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica al problema sessuale degli individui disabili ─ ricorda la sessuologa ─ ed è necessario che la società prenda coscienza che i portatori di handicap hanno delle esigenze sessuali come tutti, ed è loro diritto avere una vita coniugale».

L’argomento trattato
Di cosa si parla, tra le altre cose, nel libro? «Ho preso in considerazione il caso in cui l’handicap motorio sia presente alla nascita, e il caso in cui insorga durante l’adolescenza, poiché la fase adolescenziale è considerata un’importantissima fase di transizione che conduce all’età adulta ─ spiega Monica Cappello ─ Il soggetto portatore di handicap dalla nascita ha subìto profonde ferite per quanto concerne il suo Io e soprattutto il suo sé. La famiglia di un ragazzo disabile, di fronte ai vari mutamenti evolutivi che si verificano, non cambia atteggiamento, e considera il figlio portatore di handicap sempre un bambino. Con la dizione «principio di Peter Pan» ci si riferisce a quella modalità educativa con la quale ci si ostina a negare la crescita di persone che cambiano fisicamente, così come mutano i loro bisogni e la loro richiesta di relazioni affettive. La persona disabile è considerata come un bambino innocente e privo di sessualità, con un corpo dimezzato che non può avere alcun rendimento sessuale, oppure come un individuo che, se e quando manifesta desiderio sessuale, viene giudicato perverso, disinibito o con stimoli sessuali incontrollati».

Il problema degli adolescenti
«Nel caso in cui l’handicap motorio è sopraggiunto durante l’adolescenza ─ prosegue la sessuologa ─ esso provoca una ferita a tutti i bisogni fondamentali e nel periodo adolescenziale il problema sessuale comincia ad affacciarsi più o meno precocemente: l’adolescente disabile avverte intensamente un bisogno di scambio e d’intimità. Se l’handicap insorge in questo periodo si incrina quella che era un’identità sessuale acquisita, la percezione della propria capacità attrattiva e del proprio aspetto estetico».

Il problema nelle coppie
E nel caso di una coppia già formata, un matrimonio e così via? «Quando l’handicap è stato acquisito dopo che si era già costituito un rapporto stabile di coppia, si va incontro, inevitabilmente, a una ristrutturazione della coppia ─ fa notare la sessuologa ─ Un legame affettivo permette di superare la frustrazione da deprivazione che l’insorgenza di un handicap comporta. Un rapporto d’amore stabile e motivato rende possibile affrontare le varie dinamiche di coppia, alla ricerca di un equilibrio nuovo, compensando la menomazione ricorrendo alle potenzialità integre».

Quali forme di handicap?
«Ho preso in considerazione le due principali cause di paraplegia, cioè la lesione midollare e la sclerosi multipla, analizzandone la funzione sessuale tenendo conto sia degli aspetti fisiopatologici, sia di quelli psicologici ─ spiega la dott.ssa Cappello ─ Tra le preoccupazioni del paraplegico compaiono, in primo luogo, la paura dell’isolamento affettivo, la paura di un insuccesso nella ricerca di una relazione affettiva o dell’incapacità di conservarla. Un intervento fondamentale consiste in una corretta informazione sessuale anche alle persone disabili, che raggiungerà la sua completezza solo quando il ciclo d’integrazione del disabile motorio, sarà realmente effettivo in ogni ambiente. Questo è molto importante, affinché l’individuo possa costruire la propria identità e possa esprimere i propri desideri emotivi e sessuali senza inquietudine.
La persona con disabilità motoria deve imparare ad amare e accettare il proprio corpo, ma affinché questo avvenga è necessario che essa senta di essere amata e accettata da coloro che la circondano».

Per chi fosse interessato, il libro della dott.sa Monica Cappello si può acquistare nella libreria Feltrinelli e su Il Mio libro.