24 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Nuove inaspettate armi contro il cancro

Il cancro si combatte con il virus dell’epatite

Una nuova speranza per i malati di cancro al seno. Il virus dell’epatite modificato potrebbe veicolare farmaci antitumorali

CALIFORNIA ─ Forse il cancro potrebbe essere sconfitto da un semplice virus. È quanto suggeriscono alcuni ricercatori dell’Università della California che stanno testando il «guscio» di un virus per fagocitare il cancro. La tecnica può essere utilizzata anche per veicolare vaccini o farmaci nell’organismo. Per ora i primi test sono stati condotti solo su modello animale.

Il virus dell’epatite contro il cancro al seno
I ricercatori hanno scelto di adoperare solo il «guscio» del virus, ovvero le particelle non contengono il DNA del virus per evitare che il patogeno si diffonda in tutto il corpo, causando la malattia. Attualmente è stata testata la tecnica per indirizzare il virus contro il cancro al seno.

  • Approfondimento: cos’è il virus dell’epatite E
    Si tratta di una forma virale chiamata HEV che ha un periodo di incubazione di circa 6 settimane, colpisce prevalentemente individui giovani. In Italia è poco diffusa ma ci sono molti casi in Messico, India e Medio Oriente. I sintomi più comuni sono dolori addominali, febbre, anoressia, vomito, nausea e diarrea.

L’assorbimento avviene a livello intestinale
Il virus dell’epatite E si trasmette per via oro-fecale e il patogeno è in grado di sopravvivere alla barriera acida dello stomaco – spiega Marie Stark studente che ha lavorato insieme al professor Holland Cheng della UC Davis Department of Molecular and Cell Biology. Le particelle prive di DNA potrebbero essere utilizzate come una sorta di vaccino attraverso una semplice bevanda – per una volta, quindi, niente iniezioni. Ciò permetterebbe l’assorbimento attraverso la mucosa intestinale.

Non solo vaccini: il virus può combattere anche il cancro
Le particelle veicolate attraverso una semplice bevanda possono anche essere adoperate per attaccare il cancro al seno. I ricercatori Stark e Cheng sono riusciti a fare un «bricolage» con le proteine del virus in maniera che siano in grado di portare gli amminoacidi «appiccicosi» verso l’esterno (per esempio la cisteina). Ciò consentirebbe di collegare chimicamente altre molecole ai gruppi di cisteina.

Il virus dell’epatite fa un lavoro di gruppo
I ricercatori hanno utilizzato una molecola chiamata LXY-30. Tale molecola è stata sviluppata dai ricercatori della UC Davis Comprehensive Cancer Center al fine di attaccare il cancro al seno. Utilizzando un marcatore fluorescente sono stati in grado di dimostrare che le particelle del virus dell’epatite è capace di trasportare le LXY-30 verso le cellule cancerogene.

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Un giorno i virus saranno piegati al nostro volere
La ricerca mette in luce le incredibili potenzialità della scienza. E un giorno – forse non troppo lontano – una semplice bevanda conterrà dei virus in grado di trasportare i farmaci antitumorali esattamente dove occorre. Lo studio è stato pubblicato su Nanomedicine.