19 aprile 2024
Aggiornato 00:00
Effetto Frankenstein: il primo trapianto di testa

Il primo trapianto di testa su una scimmia è italiano

L’annuncio shock è stato dato dal neurochirurgo italiano Sergio Canavero: «L’animale è sopravvissuto alla procedura senza alcun danno neurologico».

ROMA ─ E’ stato eseguito con successo il primo trapianto di testa su una scimmia. Un intervento che sa un po’ delle atmosfere shelleyriane del suo Frankenstein, dato che potrebbe aprire le porte ai trapianti sull’uomo.

L’annuncio shock
Il neurochirurgo Sergio Canavero ha dato l’annuncio del trapianto sulla rivista New Scientist, dichiarando che l’animale «è sopravvissuto alla procedura senza alcun danno neurologico di qualsiasi tipo». L’intervento compiuto dal medico e la sua équipe ha collegato i vasi sanguigni della testa al resto del corpo, tralasciando tuttavia l’intervento sul midollo spinale. Dopo il trapianto la cavia è sopravvissuta da sé per 20 ore, dopo di che si è deciso di sopprimerla per «evitare inutili sofferenze».

Prospettive fantascientifiche
Le prospettive, per quanto forse gotiche, sono fantascientifiche. Anche se il dott. Canavero è convinto che questo genere di trapianti potrà essere eseguito sull’uomo nel giro di soli due anni. «Direi che abbiamo molti dati su cui basarci ─ sottolinea Canavero ─ E’ importante che la gente smetta di pensare che sia impossibile perché è assolutamente possibile, ci stiamo lavorando».

Bisogno di fondi
Per realizzare il suo progetto, il neurochirurgo ha però bisogno di fondi. Per questo si è rivolto al fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, ormai noto per le sue doti filantropiche e ai miliardari russi. L’appello è «investire fondi per rendere possibile il primo trapianto di testa nella storia del pianeta. Abbiamo dimostrato la validità del protocollo e alcune riviste scientifiche hanno accettato i nostri articoli in cui spieghiamo il metodo usato».

La prima «cavia» umana
Se i russi risponderanno all’appello, permetteranno a un loro conterraneo di sottoporsi al primo trapianto di testa su un essere umano. Sarà infatti il russo Valery Spiridonov, affetto da una rara malattia genetica, che farà da «cavia» per questo. L’intervento sulla scimmia è stato eseguito nella clinica universitaria di Harbin, in Cina, ma Canavero ha spiegato che questo sull’uomo non potrà essere eseguito di nuovo in Cina per ragioni «etiche e biologiche», per cui l’unica soluzione sarebbe quella di operare in Russia o in altri Paesi europei. L’unico problema, sottolinea Canavero è che in questi Paesi, «non ci sarebbe volontà politica di procedere».