20 aprile 2024
Aggiornato 14:00
Mancata rimozione delle tossine, più che accumulo

Identificato un nuovo meccanismo dietro l’insorgenza dell’Alzheimer

Scienziati rivoluzionano l’idea circa i motivi che stanno dietro alla malattia di Alzheimer. Potrebbe infatti esserci una mancata rimozione delle tossine, piuttosto che un accumulo, come creduto fino a oggi

OSLO – Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Brain mette sottosopra l’idea che si aveva fino a oggi circa la possibile insorgenza della malattia di Alzheimer. Gli scienziati dell’Università di Oslo in Norvegia hanno condotto una ricerca in cui si è trovato che l’insorgere dell’Alzheimer potrebbe essere legato più a un problema nella rimozione dei metaboliti (o peptidi) tossici che non una sovrapproduzione – come si è sempre ritenuto.

AZIONE INSUFFICIENTE – Non sarebbe dunque un problema di sovrapproduzione di peptidi tossici a provocare l’insorgenza e primi segni clinici della malattia di Alzheimer, ma un’azione insufficiente nella rimozione di questi elementi tossici. Tuttavia, è proprio quando si creano dei depositi peptidici che si manifestano sporadici segni della malattia di Alzheimer, che rappresentano il 99% dei casi di Alzheimer. Questi depositi causano la distruzione delle reti neuronali, con conseguente disorientamento, perdita di memoria, cambiamenti nel comportamento e la morte.

LO STUDIO – Nello studio, condotto su modello animale, la dott.ssa Josephine Barnes e colleghi hanno potuto osservare come una rimozione insufficiente di metaboliti tossici fosse associata con i primi segni dell’Alzheimer nelle stesse aree cerebrali in cui queste modifiche appaiono negli esseri umani con la malattia. Questa scoperta pone le basi per nuovi approcci alla malattia e per nuove ricerche che tengano conto di tutto ciò, nella speranza che si possa arrivare a una cura definitiva.