20 aprile 2024
Aggiornato 15:00
Babysitter elettronica

Rischio autismo per i bambini che usano smartphone

Gli psichiatri avvertono che l’uso costante di smartphone e simili può far sviluppare nei bambini un comportamento borderline autistico: difficoltà di attenzione, problemi di comprensione delle emozioni altrui e nel riconoscere le espressioni facciali

OXFORD – La crescente presenza della tecnologia nella vita di tutti i giorni ha portato diverse migliorie e vantaggi, questo è indubbio. Ma per come tutto, c’è sempre un lato nascosto – spesso dettato dall’uso che se fa. È il caso del crescente utilizzo degli smartphone da parte dei bambini che, secondo gli psichiatri, ha portato allo sviluppo di comportamenti borderline di autismo.

CAPACITÀ PERDUTE – Se da un lato i bambini odierni, di età inferiore ai 5, anni sono maggiormente in grado di mostrare empatia, di leggere le espressioni facciali, rispetto a quelli delle precedenti generazioni; dall’altro, la sempre maggiore presenza della tecnologia nella loro vita ha per contro creato una serie di diverse problematiche. L’indagine condotta da Iain McGilchrist dell’Università di Oxford ha infatti evidenziato come l’uso costante di smartphone, tablet e altri tecno-dispositivi da parte dei bambini abbia provocato in circa un terzo di essi l’aumento di disturbi dell’attenzione, difficoltà a comprendere le emozioni (e dunque una ridotta empatia) e a riconoscere le espressioni facciali.

BABYSITTER ELETTRONICHE – Le cosiddette babysitter elettroniche sono diventate una costante in molte famiglie. Capita sempre più spesso che i genitori – sempre più impegnati in attività multitasking – non riescano a seguire come si dovrebbe i propri figli: ecco allora il ricorso alla babysitter elettronica rappresentata appunto da Tv, computer, smartphone, tablet e così via. Secondo McGilchrist tutto questo è «molto preoccupante». Lo è perché i problemi e i disturbi presentati da molti bambini odierni sono assai simili a quelli dello spettro autistico: difficoltà nel riconoscimento delle espressioni facciali, nel comprendere le emozioni altrui, nel prestare attenzione, minore capacità di intuizione e altri ancora. Secondo l’esperta è necessario riconsiderare l’abitudine diffusa di ricorrere a questo tipo di intrattenimento quando non si possa stare dietro ai propri figli.