Tumore polmonare, da Napoli un nuovo kit per la diagnosi precoce
Ricercatori del Ceinge mettono a punto un sistema di rilevazione sanguigno del marcatore della proteina H-Prune, decisiva nei processi di metastasi. Una nuova speranza di diagnosi e trattamento del carcinoma polmonare
NAPOLI - Arriva dal Sud Italia la buona notizia che offre nuove speranze per la diagnosi e cura del cancro al polmone. I ricercatori del Ceinge (Centro di Ingegneria Genetica e Biotecnologie Avanzate) di Napoli hanno realizzato un kit che, attraverso il sangue, può rilevare un determinante marcatore proteico implicato nei processi si sviluppo del tumore.
MOLTE, INASPETTATE, VITTIME - Il cancro al polmone è tutt’altro che poco diffuso, come si potrebbe credere. E non colpisce solo i fumatori. Basti pensare che ogni anno in Italia si contano circa 34mila nuovi casi di tumore polmonare non a piccole cellule (NSCLC). Questo tipo di carcinoma rappresenta l’80% dei carcinomi polmonari. Di coloro che ricevono questa infausta diagnosi, 27.500 ne muoiono nel giro di 6 mesi in media. Di questi, 22mila circa sono uomini e 5.500 donne. In Italia il tumore al polmone figura come la prima causa di morte per cancro negli uomini e la seconda nelle donne.
MARCARE IL MARCATORE – Scovare il marcatore è stato l’obiettivo del team di ricerca coordinato dal dott. Massimo Zollo. Il lavoro ha prodotto un kit di rilevazione per mezzo del siero del marcatore della proteina H-Prune, determinante nei processi di sviluppo del cancro e di metastasi. Con questa ricerca gli scienziati del Ceinge sono riusciti a dimostrare come il marcatore attivi processo di proliferazione cellulare attraverso un meccanismo collegato al segnale di un’altra proteina: la WNT3a. Questa proteina è stata trovata essere determinante nei processi del carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC). «È la prima volta – spiega il dott. Zollo – che questo meccanismo di azione viene identificato come generato dalla proteina h-Prune, ma ancora più importante è aver scoperto che possiamo rilevare questo marcatore nel sangue dei pazienti affetti negli stadi precoci di malattia (stadio 1 e 2) in modo da poter usare questa scoperta ai fini diagnostici per una diagnosi precoce del carcinoma polmonare».
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