27 aprile 2024
Aggiornato 03:00
Congresso SICGEM: l’erezione maschile conservata anche nei casi più estremi

Alei: Con la chirurgia ridiamo il diritto alla sessualità dei maschi

La Società italiana di chirurgia genitale maschile punta su diagnosi strumentali, precisione degli interventi e tempi di degenza super veloci

ROMA - «Le nuove frontiere della chirurgia dei genitali maschi possono essere riassunte in questi tre punti principali: si interviene con maggiore consapevolezza perché si è guidati da una diagnosi più che affidabile, ottenuta con le tecniche strumentali; si interviene con sempre maggiore precisione; si interviene con tagli sempre meno invasivi che ci consentono di far tornare a causa il paziente nell’arco della stessa giornata senza obbligarlo a passare in ospedale nemmeno una notte». Il presidente della Società italiana di chirurgia genitale maschile, il prof Giovanni Alei, elenca i traguardi più recenti della chirurgia e della medicina con la semplicità di chi ogni giorno raggiunge risultati che solo pochi anni fa sembrano impensabili.
Chi oggi incappa sfortunatamente in un tumore alla prostata, ha problemi erettili o di malformazione può contare quindi su una chirurgia che ha fatto passi da gigante, in grado di restituirgli, nella stragrande maggioranza dei casi sia la salute che la gioia di vivere.
«In sala operatoria ormai si interviene con una chirurgia sempre meno traumatizzante, senza necessità di anestesie generali, con piccole incisioni assolutamente mini invasive», precisa il prof. Alei, in una pausa del congresso della Sicgem, che si tiene al Policlinico Umberto 1° di Roma.

TUMORE ALLA PROSTATA: ALTE PROBABILITA’ DI GUARIGIONE

Quali sono le aspettative per chi è affetto da un tumore alla prostata?
«Il tumore della prostata - risponde il prof. Alei - nel panorama oncologico viene considerato fra i meno aggressivi, tanto da consentirci di predire la guarigione nei casi meno avanzati e con bassa malignità».

Quali sono le prospettive per chi è diventato impotente in seguito ad una prostatectomia radicale resasi necessaria per lo stato avanzato di un tumore alla prostata?
«Intanto - precisa il presidente della Sicgem - va ricordato che ci sono casi in cui il chirurgo, durante l’intervento, per ragioni vitali, poiché i nervi dell’erezione corrono nei pressi della prostata, è costretto a privilegiare sopra ogni altra considerazione l’incolumità del paziente. Ma oggi noi siamo in grado di restituirgli la virilità o con azioni farmacologiche o con protesi che possono essere istallate, in una prima fase, nel corso dello stesso intervento di asportazione radicale del tumore, rimandando il completamente dell’operazione ai tre mesi successivi».

I VANTAGGI DELLE PROTESI

Quali sono per il paziente gli effetti pratici delle protesi peniene?
«Di poter avere, grazie a protesi assolutamente invisibili, una erezione dove e quando vuole anche senza il ricorso all’eccitazione, così come accade alle donne che possono avere un rapporto sessuale anche senza che scattino i meccanismi dell’eccitazione. Inoltre il campo delle protesi, che è in continua evoluzione, negli ultimi anni si è evoluto fortemente consentendo, a chi vi ricorre, una attività sessuale del tutto soddisfacente dovuta al completo mantenimento della sensibilità e alla possibilità di riprodursi».