19 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Gravidanze

USA, 1 bambino su 3 nasce col cesareo

Quasi la metà dei parti è eseguita prima del travaglio. Il tasso di cesarei è sempre aumentato dal 1996. Preoccupazioni per il fenomeno

NEW YORK - Il National Institutes of Health, agenzia nazionale responsabile per la ricerca medica negli Stati Uniti, prendendo nota del fatto che il 32 per cento dei parti Usa sono cesarei, ha istituito il Consorzio per il parto sicuro, che, analizzando i registri di 19 ospedali americani, ha cercato di capire quante volte l'intervento è stato effettuato prima delle doglie e quante volte è stato successivo.
I risultati, che vedono oltre il 44 per cento dei parti cesarei eseguiti prima dell'inizio del travaglio, sono stati pubblicati questo mese nella rivista di ginecologia American Journal of Obstetrics and Gynecology, e ripresi dal New York Times.

Il tasso di cesarei è sempre aumentato dal 1996, tanto da essere diventato l'intervento chirurgico più eseguito negli ospedali americani. La ricerca, preoccupata da questo aumento, suggerisce diverse ragioni per giustificare l'innalzamento della percentuale. Tra le cause citate dagli autori, il dottor Jun Zhang e la dottoressa Katherine Laughon, dello studio: l'aumentato uso di farmaci per indurre le contrazioni, la tendenza delle madri a rinunciare allo sforzo del parto e il rifiuto di far tentare un parto vaginale alle donne che precedentemente hanno avuto un cesareo.

L'aumento di cesarei è fonte di preoccupazione e tema di dibattito perché la procedura innalza, rispetto al parto naturale, i rischi per il benessere sia di madre che del bambino. I pericoli per la madre però non finiscono qui: ogni cesareo infatti accresce le probabilità di una rottura dell'utero durante la gravidanza seguente. Inoltre, aumentano i rischi di anormalità nella placenta che potrebbero provocare emorragie ed eventualmente un'isterectomia. A tutto ciò si somma il fatto che un parto cesareo costa quasi il doppio di uno naturale.