19 aprile 2024
Aggiornato 19:30
Segnali mostrano che la nuova influenza sta sviluppando resistenza al vaccino

Oms: «Virus H1N1 non è mutato in forme più gravi»

Chan: «Vaccini molto efficaci. Previste tre miliardi di dosi»

HONG KONG - Il virus H1N1 della nuova influenza non è apparentemente ancora mutato verso forme più gravi ma alcuni segnali mostrano che sta sviluppando una resistenza al vaccino. Lo ha annunciato il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, Margaret Chan, all'apertura della riunione annuale dell'Oms per la regione Ovest-Pacifico, ad Hong Kong.

Vaccini efficaci - Secondo Chan, i vaccini si sono rivelati molto efficaci, ma «il virus può trasformarsi in qualsiasi momento anche se da aprile, constatiamo che, stando a quanto riferito dai laboratori di tutto il mondo, il virus è molto simile al suo stato iniziale». Il direttore generale ha sottolineato che ogni anno potrebbero essere prodotti tre miliardi di dosi di vaccino, aggiungendo che la Cina ha già iniziato a vaccinare la sua popolazione.

Una dose sufficiente - Per Chan la principale sfida della lotta contro la pandemia è assicurare che i Paesi in via di sviluppo dispongano di un numero sufficiente di vaccini. «I risultati delle prime prove cliniche mostrano che una sola dose di vaccino è sufficiente. Se ciò fosse confermato, si raddoppierebbe il numero di dosi disponibili», ha spiegato.

«40% decessi fra persone sane» - Circa il 40% delle persone decedute dopo il contagio della nuova influenza A-H1N1 sono generalmente in buona salute e in giovane età. «Il 40% dei casi di malattia più gravi oltre ai casi mortali colpiscono persone considerate generalmente in buona salute», ha spiegato Sin Lun Tam, un esperto dell'Oms invitato alla conferenza europea sulle malattie polmonari che si tenuto a Vienna. L'esperto ha aggiunto che oltre la metà delle persone colpite dalle forme più gravi di questa influenza ha meno di 20 anni.

In Australia e negli Stati uniti la percentuale di bambini fra i pazienti colpiti dal virus - «di cui ancora non si conosce esattamente l'origine» - è particolarmente elevata.
Emerge inoltre che tra il 15 e il 30% dei malati ricoverati debba ricorrere alla terapia intensiva e che l'infezione «comporti complicazioni polmonari più frequenti che nelle normali influenze stagionali».

Il tasso di mortalità più elevato si rileva nella fascia d'età compresa tra i 25 e i 49 anni, secondo le ultime statistiche dell'Oms. In totale, fino all'11 settembre, il bilancio dei decessi da marzo-aprile scorso ammonta a 3.205 nel mondo intero.