28 marzo 2024
Aggiornato 10:30

Influenza suina: salgono del 30% i casi nel mondo

Messico: 343 casi confermati e 15 decessi

Da ieri a oggi è salito quasi del 30% il numero di casi accertati di febbre suina, o influenza A, come preferisce chiamare la malattia l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms): finora sono 331 le persone contagiate, fa sapere l'Oms. Il virus A/H1N1 si è già diffuso in 11 paesi ma è in Messico e negli Stati Uniti che si registrano più casi.

«Non abbiamo registrato trasmissioni uomo-uomo in nessun paese al di fuori delle Americhe», ha detto alla CNN il portavoce dell'Oms, Thomas Abraham. Il numero maggiore di vittime è stato registrato in Messico dove i casi confermati sarebbero 156 con nove decessi secondo l'Oms,mentre per le autorità messicane i casi accertati sono 343 e quindici i decessi. Seguono gli Stati uniti con 109 casi confermati e un decesso.

Hong Kong e Danimarca hanno accertato per la prima volta dei casi mentre l'unico caso sospetto del Giappone è risultato negativo. In Austria sono spuntati due nuovi casi sospetti. In questo paese sono state messe sotto osservazione 18 persone sospette ma di queste finora solo una è risultata positiva alle analisi. In Germania è stato registrato il primo caso di trasmissione all'interno della nazione del virus H1N1. Si tratta di un'infermiera che si è ammalata di febbre suina senza essere stata in viaggio in Messico. La donna, annuncia il ministero bavarese della Sanità, aveva contratto il virus da un paziente infetto ma è già guarita. Le autorità sanitarie della Corea del sud hanno annunciato di aver registrato due nuovi casi «presunti» di influenza suina dopo quello, ancora non appurato, di una suora di 51 anni di rientro dal Messico.

La segretaria alla Sanità Usa, Kathleen Sebelius, ha annunciato che gli Stati Uniti acquisteranno 13 milioni di antivirali per ricostituire le loro scorte strategiche e distribuire quattrocentomila farmaci al Messico, epicentro dell'epidemia di febbre suina. L'epidemia è presente in quindici Stati americani, secondo le autorità sanitarie. Ma nessun nuovo decesso è stato registrato dopo quello del bambino messicano, morto in Texas.
Intanto la Continental Airlines, la compagnia americana con il maggior numero di collegamenti verso il Messico, ha annunciato una riduzione «temporanea» del 50% dei voli diretti nel Paese, mantenendo comunque tutte le destinazioni. La misura diverrà effettiva a cominciare dal 4 maggio.

Oggi il direttore del Centro nazionale epidemiologico del Messico, Miguel Angel Lezana, ha denunciato la lentezza di reazione dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) di fronte all'emergenza di un'epidemia di febbre suina e ha chiesto che sia aperta un'inchiesta. Lezana ha spiegato all'Associated Press che il 16 aprile aveva lanciato l'allarme sulle conseguenze di un'influenza e una polmonite atipiche in Messico all'Organizzazione panamericana della Sanità, ma non ci fu alcuna reazione. Solo otto giorni dopo, quando l'Oms espresse la sua preoccupazione per i rischi di una possibile pandemia, l'organizzazine prese atto dell'emergenza.

Ieri sera l'Oms ha elevato a cinque su una scala di sei il livello d'allerta e ha chiesto ai paesi di prepararsi a una pandemia imminente della malattia. L'Oms ha anche deciso di chiamare la malattia Influenza A e non più febbre suina perché ormai il virus si trasmette da uomo a uomo e non più da animale a uomo.