5 maggio 2024
Aggiornato 04:00

Nessuna relazione tra carenza di vitamina D e depressione stagionale

I risultati dello studio sono stati pubblicati nella rivista Journal of Affective Disorders

L'inverno è sinonimo di sci, slittini e cioccolata calda. Per molti, questa stagione è tuttavia sinonimo di depressione. Con l'avvento della stagione invernale le giornate si accorciano e c'è una minore quantità di luce solare. I sintomi della depressione stagionale (Seasonal affective disorder, SAD) sono stati associati a una carenza di vitamina D. I ricercatori dell'università di Warwick (Regno Unito) non hanno, tuttavia, rilevato alcuna chiara associazione tra i livelli di vitamina D nel sangue e la depressione. I risultati dello studio sono stati pubblicati nella rivista Journal of Affective Disorders.

La depressione stagionale colpisce normalmente individui che godono di condizioni mentali nella norma lungo tutto il corso dell'anno. I soggetti colpiti soffrono di significativi sbalzi d'umore in occasione dei cambi di stagione, che comprendo fenomeni depressivi ed episodi di ipersonnia, letargia ed eccessivo appetito.

In passato, alcuni ricercatori avevano affermato che l'esposizione alla luce del sole stimola la produzione di vitamina D nella pelle e che la depressione stagionale poteva essere collegata a una riduzione della vitamina D conseguente alla riduzione della quantità di luce. Il team di ricerca britannico ha, tuttavia, scoperto che livelli contenuti di vitamina D nel sangue potrebbero non essere associati alla depressione.

Sotto la guida del professor Oscar Franco della f acoltà di medicina di Warwick, i ricercatori hanno effettuato uno studio trasversale sulla popolazione e hanno testato i livelli di vitamina D (25-idrossivitamina D) in 3.262 soggetti provenienti da Pechino e Shanghai, in Cina, nel quadro del progetto dedicato allo studio delle condizioni relative a nutrizione e salute nella popolazione anziana in Cina («Nutrition and Health of Aging Population in China» NHAPC). Agli intervistati è stato somministrato un questionario volto a valutare la presenza dei sintomi della depressione.

Questi sintomi sono stati classificati come tali con un punteggio pari o superiori a 16 in base alla scala CES-D (Center for Epidemiological Studies of Depression Scale). Il team, in collaborazione con i colleghi dell'Istituto di scienze nutritive dell'Accademia delle scienze cinese, in Cina, hanno utilizzato il dosaggio radioimmunologico (un metodo per misurare la quantità precisa di una data sostanza nel sangue) per misurare le concentrazioni di vitamina D in circolo nel sangue.

Nello studio i ricercatori hanno rilevato una minore prevalenza (7,2%) dei sintomi depressivi nel tertile più alto delle concentrazioni di 25-idrossivitamina D rispetto al tertile più basso (11,1%). «Questa associazione si è attenuata in modo significativo in seguito alla verifica dei vari fattori ed è scomparsa dopo aver inserito nel modello la posizione geografica,» hanno scritto i ricercatori.

Gli esperti ritengono che la carenza di vitamina D aumenti nel momento in cui la concentrazione di 25-idrossivitamina D nel siero del sangue è pari o inferiore ai 12 nanogrammi/millimetro (ng/ml). La concentrazione normale di 25-idrossivitamina D nel siero del sangue è compresa tra i 25 e i 50 ng/ml.

«Sono pochi gli studi che hanno analizzato il nesso tra le concentrazioni di 25-idrossivitamina D e la depressione nella popolazione» ha affermato il professor Franco. «La carenza di vitamina D è stata associata anche a numerose malattie croniche, tra le quali l'osteoporosi, i tumori più diffusi, le patologie autoimmuni e cardiovascolari» ha aggiunto.

«Gli studi relativi agli effetti della somministrazione di integratori di vitamina D svolti in precedenza hanno prodotto risultati diversificati. Sono necessari ulteriori studi per valutare se la vitamina D è associata alla depressione stagionale, ma il nostro studio solleva alcune domande relativamente all'opportunità di assumere quantità maggiori di vitamina D per combattere i sintomi della depressione.»

I dati delle ricerche condotte in passato indicano che sono colpiti da questo disturbo l'1,3- 3% degli europei, contro un dato compreso tra lo 0,8 e il 9,7% relativo agli americani e un dato compreso tra lo 0 e lo 0,9% per quanto riguarda gli asiatici. I ricercatori hanno inoltre scoperto che il 70-80% dei soggetti colpiti da depressione stagionale sono donne, e l'età più frequente di insorgenza della malattia si attesta attorno ai 30 anni.